Alla scoperta dei migliori vini del Portogallo: storia e caratteristiche

    Non solo Porto, ma anche interessanti bianchi vivaci

    Alla scoperta dei migliori vini del Portogallo: storia e caratteristiche

     

    Se si chiedesse a 100 persone qual è il vino più rappresentativo del Portogallo, è molto probabile che la risposta sarebbe una sola: “il Porto”. Ma questo Paese è molto di più del suo iconico vino liquoroso: la sua storia è ricca di culture che si sono susseguite e che hanno dato vita a vini rossi e bianchi di pregio, che vale la pena provare almeno una volta nella vita. Ecco una guida ai migliori vini del Portogallo, tra cenni storici, caratteristiche e abbinamenti.

     

    Storia della viticoltura in Portogallo e aree di produzione

     

    C’è un alone di mistero che ammanta la nascita della viticoltura in Portogallo: si dice che le prime viti furono coltivate presso la mitica civiltà di Tartesso, risalente al 2000 a.C., e che ai tempi il vino era considerato una preziosa merce di scambio. Il primo vero sviluppo ufficiale della viticoltura, dapprima favorita da Celti, Fenici e Greci, fu in seguito potenziata dai Romani che occuparono la Penisola Iberica.

     

    Tra VIII e il XII secolo, la zona accolse gli arabi, ma la loro cultura non frenò lo sviluppo della viticoltura, che conobbe un periodo fiorente tra Medioevo e Rinascimento, quando la diffusione dei monasteri favorì anche la nascita dei centri di produzione vinicola. Con lo sviluppo dei commerci via mare ci fu poi un piccolo miracolo: la lunga permanenza nelle stive delle navi portò alla nascita dei primi vini portoghesi invecchiati, che divennero una preziosa merce di scambio.

     

    L’Ottocento rappresentò la prima grande battuta d’arresto, a causa della fillossera e di una muffa che devastò i vitigni. La ripresa avvenne negli anni ‘30 del secolo successivo, con la nascita ufficiale di nuove regioni vinicole e l’istituzione delle prime denominazioni.

     

    Il terroir portoghese e le principali aree di produzione

     

    Vini del Portogallo - Regione Douro Valley

     

    Il clima temperato e marittimo del Portogallo è l’elemento chiave che permette la buona crescita e maturazione dei vitigni, ma ad arricchire l’ampio ventaglio di etichette pregiate sono anche le piccole e grandi differenze che caratterizzano il terroir di questo Paese, da una regione vinicola e all’altra:

     

    • Douro Valley: inserito nella lista UNESCO dei siti Patrimonio dell’Umanità, è un territorio montuoso caratterizzata da un clima asciutto, con estati calde e inverni freddi. I terreni sono ricchi di scisto. Qui prende vita il prodotto più iconico del Portogallo, più simile a un liquore che a un vino, il Porto, ma sono molte le varietà a bacca bianca e rossa. Tra le prime il Tinta Barroca, il Tinta Roriz, il Touriga Franca e il Touriga Nacional; tra le seconde la Malvasia Fina, il Muscadet, il Gauveio e il Rabigato.

     

    • Vinho Verde: situata a nord del Paese, questa zona dalla vegetazione rigogliosa e dal clima atlantico fresco e piovoso, si distingue per i suoi bianchi aromatici. I vitigni crescono soprattutto nelle valli fluviali, su suoli dalla buona fertilità, ricchi di granito. Qui si coltivano l’Alvarinho, il Pedernã, l’Avesso e il Loureiro tra i bianchi, e il Vinhão, Borraçal, Espadeiro e Brancelho tra i rossi.

     

    • Lisboa: situata nei pressi della città omonima, presenta un clima atlantico lungo la costa, mentre nell’entroterra le montagne schermano i vitigni dalle brezze marine, creando una condizione di tipo mediterraneo. I terreni sono misti tra argilla, calcare e sabbia. I vitigni a bacca bianca più coltivati sono Arinto, Malvasia, Seara-Nova e Fernão Pires, mentre tra i rossi sono diffusi il Touriga Franca, il Touriga Nacional, l’Alicante Bouschet, l’Aragonez, e il Castelão.

     

    • Alentejo: ampia regione pianeggiante dal clima mediterraneo-continentale, con temperature piuttosto calde. I terreni mostrano una composizione mista di scisto, marmo, granito, argilla e calcare. Qui vengono coltivate varietà bianche come l’Antão Vaz, il Roupeiro e l’Arinto, mentre tra le rosse figurano l’Alfrocheiro, l’Alicante Bouschet, il Castelão e l’Aragonez.

     

    • Madera: nota per il vino liquoroso di Madeira, questa regione è caratterizzata da valli e rilievi montani, e da un clima temperato con influssi atlantici. Questo garantisce temperature prive di particolari eccessi nel corso dell'anno. I vini che contraddistinguono la zona presentano toni aciduli molto caratteristici, causati dall’umidità e dai terreni organici. Nella zona si coltivano soprattutto la Tinta Negra, seguita dai bianchi Verdelho, Malvasia, Sercial e Baal.

     

    • Algarve: a sud del Paese, è caratterizzata da un clima mediterraneo caldo a est e un clima più fresco e umido a ovest. Il suolo è composto da sabbia, argilla, calcare e arenaria, che creano le condizioni ideali per i vitigni principali, ossia Arinto, Malvasia Fina e Manteúdo tra i bianchi, e Negra Mole e Castelão tra i rossi.

     

    • Dão: questa regione montuosa e boschiva, è caratterizzata da un clima piuttosto mite, poiché le alture schermano la zona dall’influenza marittima. I suoli sono caratterizzati in gran parte da graniti poveri. Qui si coltivano le varietà bianche Malvasia Fina, Bical e Cercial, e le rosse Touriga Nacional, Alfrocheiro e Tinta Roriz.

     

    Vini rossi e liquorosi: alla scoperta dei capolavori portoghesi

     

    Noti per la loro ricchezza e complessità aromatica, i rossi portoghesi sono il frutto di varietà autoctone dall’importante valore storico e di un terroir sfaccettato che ha dato vita a prodotti unici nel panorama internazionale, tra cui l’iconico Porto.

     

    Porto

     

    Originario della Valle del Douro, si narra che questo vino fortificato (ottenuto dall’aggiunta di alcool o acquavite in fase di fermentazione, bloccando quest’ultima) nacque dall’ingegno e dall’esperienza dei monaci dell’Abbazia di Lamego. Quando i mercanti inglesi di passaggio lo assaggiarono, se ne innamorarono, e cercarono di replicarlo, avviando una produzione su larga scala per l’esportazione. Questo re dei vini dolci portoghesi fu chiamato Porto, in onore della città mercantile di Oporto.

     

    Immancabile nella cantina di chi non si fa intimidire dall’alta gradazione alcolica, il Porto è una coccola per i sensi, soprattutto nelle versioni sottoposte a un lungo invecchiamento, come nel caso del Porto Adriano Reserva. Elegantissimo con il suo colore rosso intenso, sfoggia nel calice note di ciliegia, prugna e mora mature, con accenni di legno e frutta secca ottenute dal periodo di invecchiamento in rovere di circa 6-7 anni. La sua complessità è data dall’assemblaggio di diverse annate e varietà di uva, come Tinta Roriz, Tinto Cão e Touriga Franca.

     

    Suadente, ma non troppo, questo vino Riserva si sposa bene agli aperitivi sfiziosi, come taglieri di formaggi stagionati o erborinati, o ricette base di frutti di mare.

     

    Chi invece desidera sperimentare il frutto di un invecchiamento maggiore, può lasciarsi conquistare da un calice di "Infanta Isabel" Porto 10 Years Old, un vino dall’ottima struttura e dalla dolcezza persistente, ottenuto grazie alla maturazione in botti di rovere per almeno 10 anni. Quest’opera di pazienza ha dato vita a colore mogano intenso e a sentori complessi, dagli aromi intensi di agrumi e frutta secca al gusto strutturato, dolce, ma anche fresco, eccellente con dessert al cioccolato o torte alla frutta secca.

     

    Touriga Nacional

     

    Nella stessa zona di produzione che ha donato i natali al Porto - il Douro - la coltivazione del Touriga Nacional garantisce la produzione di vini rossi fruttati e decisi.

     

    I vini ottenuti da questo importante vitigno autoctono sono caratterizzati da un profilo intenso, che si esprime prima di tutto attraverso il colore scuro (gli acini stessi presentano una tinta quasi nera). L’esame olfattivo rivela morbidi sentori di frutti di bosco, tra i quali si distinguono la mora e il ribes, ma anche degli accenni soavi di viola e un sottotono speziato che aggiunge complessità.

     

    Al palato i tannini sono decisi e graffianti, ideali per l’invecchiamento in cantina e per l’abbinamento con ricche grigliate di carne, stufati, bistecche di manzo o arrosti di maiale della domenica. Non male gli accostamenti con i piatti a base di selvaggina.

     

    Vivacità e freschezza: i migliori vini bianchi portoghesi

     

    Vini bianchi portoghesi

     

    Non basterebbero le dita di due mani per elencare tutte le varietà a bacca bianca diffuse in Portogallo, ma gli autoctoni Alvarinho e Arinto spiccano tra i vini portoghesi più famosi, capaci di dare vita a vini freschi, aromatici e dalla pungente acidità.

     

    Vinho Verde Alvarinho

     

    I vini prodotti da uve Alvarinho trovano maggiore espressione nella zona vinicola del Vinho Verde, nel Portogallo del nord. Ciò che li rende così gradevoli e distintivi, immancabili per chi vuole fare esperienza dei migliori vini portoghesi, è l’animo aromatico, che si esprime in un tripudio floreale e fruttato.

     

    Nel calice questo vino sfoggia il proprio elegante colore giallo paglierino dalle screziature verdi, mentre all’olfatto si fa riconoscere per le sue note fresche di agrumi e frutta polpa gialla, che fanno di questo vino un prodotto di facile beva, soprattutto in accompagnamento a un menù di pesce. Un filetto di salmone alle erbe, un carpaccio di spada, una grigliata di gamberoni rappresentano l’abbinamento perfetto per questo grande bianco portoghese.

     

    Arinto

     

    Tra i migliori vini bianchi portoghesi c’è infine l’Arinto, prodotto tradizionalmente nei dintorni di Lisbona e caratterizzato da una spiccata acidità.

     

    Per quanto riguarda gli abbinamenti, lo si può affiancare a un tagliere di formaggi freschi dal sapore deciso - come un buon Caprino - o sorseggiarlo in accompagnamento a un risotto ai frutti di mare. Apprezza anche le grigliate di pesce e le ricette a base di carne bianca.

     

    Questa versatilità è data dai profumi fruttati di pompelmo e di limone, che conferiscono freschezza e si addolciscono con l’invecchiamento. Al palato si fa decisamente notare per la propria acidità, che solletica la bocca e invoglia subito al secondo sorso.

     

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