Tra primi, secondi e dolci sfiziosi è impossibile resistere a ciò che una tavola imbandita può offrire la sera di Capodanno. Per celebrare al meglio la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo, ecco quali amari assaporare a Capodanno!
Le differenze tra amaro e liquore
Il mondo degli spirits è sterminato: tra distillati, liquori e amari, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ciò che li differenzia sono alcuni processi produttivi e la gradazione alcolica.
Per distillato si intende una bevanda ottenuta facendo fermentare dei succhi vegetali, che poi vengono distillati tramite appositi alambicchi, fino a ottenere un prodotto dalla gradazione alcolica superiore ai 40°, come per esempio il rum, la vodka, la tequila e il gin.
Il liquore, invece, è frutto di una miscelazione tra sostanza alcolica, acqua e aromi, con l’aggiunta di una componente zuccherina. Il risultato è una bevanda tra i 30° e i 50°. Esempi di liquore sono il limoncello, la sambuca e il rosolio.
Infine ci sono gli amari (Amaro del Capo, Amaro Montenegro e molti altri), che rientrano nella categoria dei liquori, ma che si distinguono da essi per via di una concentrazione di zuccheri inferiore, che dà ovviamente origine al loro nome.
Gli amari sono noti per avere proprietà digestive, che li rende particolarmente adatti ad assumere il ruolo di bevande da fine pasto, da consumare - ovviamente senza esagerare - quando ci si sente un peso sullo stomaco. Questo avviene grazie ai loro ingredienti più comuni - le erbe - che stimolano la secrezione di enzimi e ormoni utili all’attività gastrica.
Un fine serata al sapore di erbe: Amaro del Capo e Amaro Montenegro
Le erbe sono quindi tra gli ingredienti più utilizzati nella realizzazione degli amari, come nel caso dei famosi Amaro del Capo e Amaro Montenegro.
Il classico dei classici è l’Amaro del Capo, nato negli anni ‘60 da un’idea della famiglia Caffo, dapprima impegnata in Sicilia e poi trasferitasi in Calabria. Le erbe officinali e aromatiche della regione furono fondamentali per la nascita di un liquore nuovo, composto da ben 29 ingredienti naturali (alcuni dei quali segreti), tra cui liquirizia, ginepro, camomilla, arancia e mandarino, anice, menta e issopo.
Questo prodotto va consumato rigorosamente ghiacciato (fu il Gruppo Caffo stesso a proporre una temperatura di servizio di -20°) per far emergere i toni rinfrescanti di alcuni ingredienti. Un bicchierino di Vecchio Amaro Del Capo "Riserva Del Centenario" si può bere da solo durante la notte di San Silvestro tra una chiacchiera e l’altra, oppure all’interno di eccellenti cocktail (come, per esempio, una variante del Gin Tonic).
Un altro grande nome nel panorama degli spirits italiani è l’Amaro Montenegro, un prodotto dai sentori erbacei che funge da perfetto liquore da meditazione o da base per varianti sfiziose di cocktail classici, come il Negroni, il Moscow Mule e il Manhattan.
La sua nascita risale alla Bologna del 1885, data stampata con orgoglio sull’etichetta della bottiglia. L’ideatore fu Stanislao Cobianchi, che scoprì attraverso i propri viaggi numerose piante officinali, grazie alle quali creò l’Elisir Lungavita. Nel 1896 il liquore assunse il nome ufficiale di Amaro Montenegro, apprezzato tra tanti anche dal Vate, Gabriele D’Annunzio.
Un Natale agrumato: Amaro Jefferson e Amara
Da gustare a Capodanno, infine, gli amari che fanno delle note aranciate i propri sentori rappresentativi, come l’Amaro Jefferson e l‘Amara.
Del primo si potrebbe dire - senza alcun paradosso - che abbia una storia sia antica che recente. Nel 1871 infatti il Capitano Jefferson e due marinai naufragarono in Calabria mentre trasportavano una nave carica di alcool distillato dalla canna da zucchero. Stabilitisi a Monte Uffugo, in provincia di Cosenza, i tre trovarono impiego presso l’azienda di spezie di Giocondo Trombino, il Vecchio Magazzino Doganale.
Fu solo nel 2016, però, che il pronipote di Giocondo ideò un amaro ispirandosi proprio al capitano americano.
L’Amaro Importante Jefferson è frutto di un lungo processo produttivo, poiché le botaniche che vengono impiegate vengono raccolte in diversi periodi dell’anno e lavorate separatamente. Gli agrumi sono tra gli elementi principali - arancia, limone, pompelmo e bergamotto - ma nella ricetta trovano spazio anche le erbe locali, come genziana, assenzio, rabarbaro, eucalipto e vaniglia, che offrono alla degustazione un’eleganza unica e che hanno permesso a questo prodotto di vincere il primo premio al World Liqueur Awards di Londra. L’ideale è berlo liscio, ma trova spazio anche come base per cocktail o come prodotto da degustare in abbinamento a del cioccolato fondente o a prodotti della pasticceria secca. Da provare anche con i formaggi stagionati.
Conclude questa rassegna di amari da gustare a Capodanno l’Amara, un liquore a base di arance rosse di Sicilia IGP, nato dall’intuizione di Edoardo Strano di utilizzare parte della propria coltivazione per creare un prodotto da fine pasto. Le arance migliori - coltivate a Misterbianco, lungo le pendici dell’Etna - vengono selezionate con cura e le loro bucce messe in infusione con alcool, zucchero ed erbe aromatiche. Il risultato è un prodotto dal profumo inebriante, da assaporare da solo, in freschi long drink o in degustazione con un po’ di cioccolato fondente.
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