Una delle grandi tendenze che hanno caratterizzato la mixology di questi ultimi anni è la ricerca, da parte del consumatore, di esperienze gustative particolari: nuovi ingredienti, abbinamenti desueti e note organolettiche insolite. Per chi, anche di fronte alle novità, continua ad apprezzare gli evergreen del settore beverage, il Prosecco, con la sua freschezza e le sue bollicine vivaci, è il compagno perfetto per dare un tocco frizzante a ogni occasione. Che tu stia organizzando un aperitivo con gli amici, una festa o semplicemente desideri gustare qualcosa di diverso, ecco 5 cocktail con Prosecco da provare (o riprovare) assolutamente!
1. Spritz: il classico immancabile
L’opinione comune - ma anche i principali manuali di mixology - catalogano lo Spritz come un cocktail italiano (Veneto, per la precisione), ma non è del tutto vero. Insito nel DNA di questo long drink c’è anche una piccola parte di Austria.
La spiegazione va ricercata nella storia: le prime manifestazioni di questo drink si possono riscontrare nel XVI secolo, quando gli operai dei cantieri navali veneziani erano soliti consumare un bicchiere di vino rosso allungato con dell’acqua. La nascita ufficiale dello Spritz avvenne però qualche secolo più tardi, nel XIX secolo, quando i soldati austriaci in Veneto preferivano allungare il vino locale - da loro considerato troppo forte - con uno spruzzo (e da qui il verbo spritzen) di acqua frizzante. Con l’avvento dei bitter Campari e Aperol - rispettivamente inventati nel 1860 e 1919 - si approdò alla versione ufficiale dello Spritz.
Oggi lo Spritz è uno dei long drink da aperitivo più amati e richiesti, molto facile da preparare anche a casa. Basta infatti versare 3 parti di Prosecco (per esempio un Asolo Prosecco Superiore DOCG "Biodiversity", con i suoi profumi freschi di mela Golden, pera e gelsomino e il gusto rinfrescante), 2 parti di bitter e una spruzzata di acqua frizzante, soda o Seltz in un calice. Un po’ di ghiaccio per garantire freschezza, una fetta d’arancia per decorare e lo Spritz è servito!
2. Non chiamatelo variante: l’Hugo
C’è chi considera questo cocktail come una variante più amabile dello Spritz, tanto che viene comunemente chiamato Hugo Spritz. La verità è che i due - fatta eccezione per l’immancabile base di Prosecco - non hanno poi così tanto in comune.
Mentre il primo si fa riconoscere grazie a un gusto dolceamaro, conferito proprio dal bitter, l’Hugo punta tutto sulla soavità dei propri sentori freschi e floreali, conferiti dall’uso dello sciroppo di sambuco.
Circa la nascita di questo long drink, esistono due teorie, entrambe legate al Trentino-Alto Adige: secondo la prima, l’Hugo fece la propria comparsa verso la fine degli anni ‘90, quando Filippo Debertol, il gestore di un rifugio, utilizzò i fiori di sambuco che un cliente spesso gli portava in dono per creare un cocktail. Secondo un’altra tesi, invece, il drink nacque nel 2005 a opera del bartender Roland Gruber, che decise di creare una variante dello Spritz a base di sciroppo di melissa. Le difficoltà nel reperire questo ingrediente lo costrinsero però a rivalutare la ricetta, sostituendo la melissa con il sambuco.
Fresco e gustoso, l’Hugo è il compagno ideale per gli aperitivi, anche quelli casalinghi. Lo si può preparare versando 2 parti di Prosecco in un calice, 2 parti di acqua frizzante o soda, 1 parte di sciroppo e qualche fogliolina di menta per donare al tutto un tocco fresco e grazioso.
3. Un cocktail che è un’opera d’arte: Bellini
Quando il mondo della mixology e quello dell’arte si incontrano, nasce il Bellini, che prende il nome dal pittore rinascimentale veneziano Giovanni Bellini, la cui firma stilistica era arricchire i propri quadri con tocchi vivaci di colore.
Proprio a questo suo tratto distintivo si ispirò Giuseppe Cipriani, il titolare dell’Harry’s Bar di Venezia, che negli anni ‘30 decise di rendere omaggio all’artista con un drink a lui dedicato, caratterizzato da un colore molto simile alle tonalità di rosa da lui utilizzate.
Il Bellini è un tripudio di sentori fruttati, grazie all’utilizzo di pesche bianche mature, ridotte in purea e filtrate. Il tutto viene poi versato in un flute per un terzo della sua capacità, seguito da 2 parti di Prosecco. Una buona etichetta per questo drink è lo "Strada di Guia 109" Valdobbiadene DOCG Extra Dry, denotato da invitanti profumi di mela verde, agrumi e fiori d’acacia, con un accenno di crosta di pane molto caratteristico. Al palato è fresco e gradevole, perfetto per un cocktail come questo.
L’effetto del colore rosa nel calice è talmente grazioso, che per la guarnizione basta poco, giusto una fettina di pesca per completare l’opera!
4. Rossini: nessuna nota stonata
Dopo aver riscosso un grande successo con il Bellini, Giovanni Cipriani tornò a farsi ispirare dalle grandi figure artistiche del passato, ideando una variante del suo cocktail alle pesche.
Il Rossini è un drink che omaggia l’omonimo compositore - definito il “Mozart italiano”, padre de Il barbiere di Siviglia e del Guglielmo Tell - e che conquista prima di tutto lo sguardo con il suo colore rosso acceso.
Il Prosecco rimane un ingrediente centrale, ma mentre nel Bellini era la pesca la grande protagonista della preparazione, in questo caso si utilizza la purea di fragole.
In un flute o in un calice da Martini si versa in una parte di quest’ultima, per poi aggiungere 2 parti di Prosecco e decorare con una fragola tagliata metà sul bordo.
Si può utilizzare una versione classica, oppure optare per un rosato, come "Il Fresco" Prosecco Doc Rosé Millesimato, che sfrutta le note organolettiche del Pinot Noir per regalare all’olfatto sentori di rosa, melograno e frutti rossi che si sposano alla perfezione con il profumo delle fragole!
5. Negroni Sbagliato: un errore che ha fatto scuola!
Tra i cocktail con Prosecco più famosi e apprezzati c’è infine il Negroni Sbagliato. Come dice il nome stesso, ci si trova di fronte a una di quelle situazioni in cui un errore può portare a risultati davvero straordinari o - come in questo caso - alla nascita di un classico quasi più famoso dell’originale.
A cavallo tra gli anni ’60 e ‘70 il bartender Mirko Stocchetto, impiegato presso il bar Basso di Milano, utilizzò per sbaglio del Prosecco mentre preparava un Negroni a un cliente. Malgrado la svista, il risultato fu meno disastroso del previsto, anzi, riscosse un successo tale da creare una ricetta del tutto nuova, composta da una parte di Campari, una parte di Vermut rosso e una parte di Prosecco, che donano al cocktail una gradazione alcolica più bassa rispetto a quella classica a base di gin e un gusto dolce amaro non invadente.
Per prepararlo in casa basta versare gli ingredienti in quest’ordine in un bicchiere Old Fashioned con del ghiaccio, e decorare il tutto con una semplice fettina d’arancia.
Per quanto riguarda la scelta del Prosecco, l’ideale è optare per un Brut, come un "Doro Nature" Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Millesimato Brut, dall’effervescenza vivace e gradevole, e dai sentori inebrianti di mela e crosta di pane.
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