L'Italia, conosciuta in tutto il mondo per la sua ricchezza culturale, il cibo squisito e la moda inconfondibile, vanta anche una tradizione vinicola di eccellenza. Tra le tante varietà di vini che la Penisola propone, gli spumanti italiani occupano un posto d'onore. Sia che si tratti di brindare a un'occasione speciale o di accompagnare un pasto raffinato, lo spumante italiano è sempre una scelta di classe.
Dal Prosecco al Franciacorta, passando per l'Asti piemontese, ogni regione ha la sua perla effervescente da offrire. bollicine d'Italia: la storia, le varietà e le peculiarità degli spumanti che hanno reso l’Italia famosa nel mondo enologico.
La vinificazione dello spumante
Lo spumante, uno dei gioielli enologici dell'Italia, è frutto di metodi di vinificazione particolari e secolari che esaltano le bollicine e il sapore unico del vino.
Per produrre vini spumanti si parte da un vino base ottenuto tramite normale vinificazione in bianco. Generalmente si raccolgono le uve un po’ in anticipo per una maggiore intensità degli aromi e per conservare una buona acidità. Spesso si opta per una cuvée, ovvero un mix di vini selezionati. A questa base si aggiungono lieviti e uno sciroppo zuccherino, noto anche come liqueur de tirage, che avviano la rifermentazione alcolica dello zucchero e quindi la spumantizzazione.
Il processo di vinificazione dello spumante può quindi avvenire secondo due metodi principali: il Metodo Classico e il Metodo Charmat (o Martinotti).
Come si produce lo spumante Metodo Classico
Lo spumante Metodo Classico rappresenta una delle più alte espressioni di vino spumante. È sinonimo di qualità, tradizione e pazienza. Per produrre uno spumante di questo tipo, si seguono delle precise fasi che iniziano dalla vendemmia e culminano con l'apertura di una bottiglia pronta per essere degustata.
La prima fase prevede la vendemmia delle uve, che devono essere raccolte a maturazione ottimale garantendo una buona acidità, fondamentale per lo sviluppo degli aromi nel vino. Una volta raccolte, le uve vengono pressate delicatamente per ottenere il mosto, che verrà successivamente fatto fermentare. La fermentazione avviene in vasche di acciaio inox o in piccoli contenitori di legno, trasformando gli zuccheri presenti nel mosto in alcol e anidride carbonica. Questa prima fermentazione dà origine al vino base per la spumantizzazione.
Il passo successivo riguarda l'assemblaggio. Il vino base viene unito con altri vini, scelti per le loro particolari caratteristiche, creando quello che si chiama “cuvée”. Una volta ottenuta la cuvée desiderata, si procede con la seconda fermentazione. A questo punto, al vino viene aggiunto il “liqueur de tirage”, una miscela di zuccheri e lieviti, e viene imbottigliato. La bottiglia viene sigillata con una capsula provvisoria. È proprio all'interno della bottiglia che avviene la seconda fermentazione, durante la quale gli zuccheri vengono trasformati in alcol e anidride carbonica, generando le tipiche bollicine dello spumante.
Le bottiglie restano poi a riposo nelle cantine per un periodo che varia dai 18 mesi ai vari anni, durante il quale si svolge l'affinamento sui lieviti. Successivamente, si pratica la rimozione dei lieviti: le bottiglie vengono capovolte e fatte ruotare affinché i sedimenti si raccolgano sul collo della bottiglia.
L'ultimo passo è l'aggiunta del “liqueur d'expédition”, una soluzione zuccherina che determina la dolcezza finale dello spumante. Infine, la bottiglia viene sigillata con il classico tappo a fungo e pronta per essere degustata.
Con il "plus" di un territorio, quello delle Langhe, che da solo è garanzia di una qualità elevata, nasce Damilano Brut Metodo Classico, un blend di Pinot Nero e Chardonnay. Questo spumante matura 24 mesi con le fecce, sviluppando carattere e maturità. Nel bicchiere si mostra giallo paglierino con riflessi dorati e un perlage fine e persistente. Emana profumi di agrumi, nocciola tostata, brioche e vaniglia. Al palato è fine, sapido e con una gradevole acidità che ne esalta il carattere, ideale per piatti di pesce e crostacei.
Come si produce lo spumante Metodo Charmat
Una delle tecniche più diffuse per la produzione dello spumante è il Metodo Charmat. A differenza del tradizionale Metodo Classico, in cui la seconda fermentazione avviene direttamente in bottiglia, in questo processo si svolge in grandi autoclavi o serbatoi di acciaio inossidabile a pressione.
Il processo parte dalla vinificazione di base, esattamente come per qualsiasi altro vino. Una volta ottenuto il vino base, viene aggiunto il “liqueur de tirage” che avvia la seconda fermentazione. È questa seconda fermentazione che produce il caratteristico perlage dello spumante, grazie alla liberazione di anidride carbonica. Nel Metodo Charmat questa fermentazione si svolge appunto in grandi autoclavi, dove il vino viene tenuto sotto pressione. Questi serbatoi sono dotati di sistemi di refrigerazione e temperatura controllata, permettendo una fermentazione più rapida e uniforme. Una volta completata la fermentazione, lo spumante viene filtrato per rimuovere i lieviti ed eventuali residui solidi, preservando però le preziose bollicine.
Rispetto al Metodo classico lo spumante che può richiedere anni per raggiungere la maturità desiderata, nel Metodo Charmat in pochi mesi è possibile ottenere un prodotto pronto per il consumo. Questo non solo riduce i tempi di produzione, ma permette anche di conservare aromi fruttati e freschi, tipici di molti spumanti prodotti con questa tecnica.
Il Metodo Charmat è particolarmente apprezzato per la produzione di spumanti giovani, freschi e aromatici, come per esempio lo Spumante Brut Metodo Charmat Sparapani, che nasce da uve 90% Verdicchio e 10% Chardonnay.
Ora che sai tutto sulle differenze tra Metodo Classico e Metodo Charmat, non ti resta che scegliere il tuo spumante italiano preferito su Svinando!