Incastonata in un mare di zaffiro che ogni anno attira a sé migliaia e migliaia di visitatori, la Sardegna dà l’impressione di essere una regione fortemente ancorata alla cucina di mare. E così è, da un certo punto di vista, ma la realtà è molto più sfaccettata di così: ogni area dell’isola ha le proprie tipicità culinarie, che accolgono ingredienti tanto di mare quanto di terra, tra molluschi e carne di maiale o agnello, fino alla pasta farcita e ai rustici dolci della tradizione.
Gusto e tradizione nei piatti sardi
Varietà è la parola chiave di questa cucina, che trasforma le semplici usanze contadine in qualcosa di estremamente gustoso, da assaporare in compagnia del calice perfetto. Se non sai quale scegliere, ecco una guida ai migliori abbinamenti tra vini e cucina sarda!
Fregola sarda: i vini da abbinare
Nella cucina sarda c’è un luogo simbolico dove terra e mare si toccano, creando la sintesi perfetta tra la tradizione peschereccia e quella contadina: i primi piatti. Uno dei primi piatti tipici sardi più noti è la fregola ai frutti di mare e zafferano. La fregola o fregula, come viene qui chiamata, è un formato di pasta molto particolare che prende il nome dal termine latino ferculum, ossia briciola. Si tratta infatti di piccoli granelli di semola di grano duro, spesso utilizzati anche come pastina per zuppe e minestre. In questo piatto la fregola viene accompagnata da frutti di mare di diverso tipo - vongole, cozze, gamberi, gamberetti o arselle - il tutto servito con l’aggiunta di un po’ di brodo aromatizzato allo zafferano. Ed è proprio quest’ultimo l’ingrediente principe della ricetta, responsabile del suo aroma intenso e inconfondibile, nonché intriso di fascino locale, poiché la Sardegna gioca un ruolo importante nella produzione di questa pregiata spezia.
La scelta del giusto abbinamento deve dunque tenere conto sia dei sapori di mare, sia del gusto penetrante dello zafferano, sfida non facile da cogliere. A rispondere degnamente è però un Vermentino, nello specifico un Elibaria Vermentino di Gallura DOCG. Questa tipicità sarda sfrutta i propri aromi fruttati e floreali per bilanciare gli aromi della spezia e la sapidità dei frutti di mare. Gli ingredienti base della ricetta vengono così affiancati e tenuti a bada senza però essere smorzati, grazie alla gradazione alcolica media e alla gradevole freschezza del Vermentino.
Culurgiones: abbinamento con il vino
Tra i primi piatti sardi figura, inoltre, una pasta ripiena gustosissima: i culurgiones. In questa ricetta - che può variare da zona a zona - la semplicità la fa da padrona, com’è tipico di tutte quelle preparazioni che derivano dalla modesta tradizione contadina. Si tratta di dischi di semola impastata, farcita solitamente con patate schiacciate, pecorino e menta e condita in modo vario, solitamente con sugo di pomodoro, ragù, oppure con burro e salvia. Oltre a essere rigorosamente preparati a mano, i veri culurgiones sardi presentano sul dorso una decorazione a forma di spiga di grano. La scelta del vino perfetto da abbinare alla ricetta può ricadere su un Carignano del Sulcis, un rosso sardo dal profilo organolettico deciso. Tra i suoi tratti caratteristici spiccano le note di frutti neri, con dei sentori speziati particolari che evocano alla mente le suggestioni della macchia mediterranea, nonché una tannicità piuttosto accentuata.
Zuppa gallurese, l’abbinamento con un rosso tipico
Chiude il cerchio dei primi tipici la zuppa gallurese. Più che a una minestra corposa, questa ricetta - nota anche come zuppa cuata - ricorda nell’aspetto le forme di una lasagna, composta da pane raffermo e formaggio, ammorbiditi (e da qui il termine “zuppa”) da brodo di carne di pecora, e insaporiti da erbe aromatiche. Il tutto viene poi cotto al forno. L’utilizzo di ingredienti tendenzialmente poveri non deve trarre in inganno: il gusto è ricco e una forchettata tira l’altra, soprattutto se accompagnata da un sorso di vino. Il prescelto in questo caso è un rosso avvolgente e morbido come il Cannonau di Sardegna DOC Riserva. Grazie all’affinamento in legno per un periodo minimo di 12 mesi, questa versione di Cannonau - vino iconico della regione - affianca alla perfezione la zuppa gallurese, grazie a una buona struttura e agli aromi di frutta e mirto, con sentori profondi di cacao. Al palato si conferma caldo e carezzevole. Un vino che sa il fatto proprio, da solo o in tavola.
Porceddu arrosto: un bianco o un rosso?
Sapidità e aromaticità sono le caratteristiche dei secondi piatti tipici sardi più famosi, tra i quali è impossibile non menzionare il porceddu arrosto. L’ingrediente principale è il maialino da latte, che viene aromatizzato con rosmarino, foglie di mirto, timo, finocchietto selvatico oppure pepe, e cotto per intero sullo spiedo a fuoco lento, su braci di ginepro o ulivo. Il rispetto dei procedimenti è fondamentale per ottenere il risultato sperato: il sale viene aggiunto solamente a metà cottura, in modo che la carne risulti tenerissima e la pelle rimanga croccante. In abbinamento si può menzionare nuovamente il vino rosso più noto della regione, il Cannonau di Sardegna DOC, ma stavolta nella sua versione classica. Colore rosso rubino intenso, bouquet aromatico ricco, con sentori di frutti rossi e viole, nonché suggestioni balsamiche e speziate, scarsa acidità e buona persistenza in bocca: questi sono i tratti che rendono questo vino un ottimo compagno per i piatti di carne saporiti con questo.
Voglia di dessert: abbinare vini e dolci sardi
Chiudere un pasto senza un buon dessert tradizionale non è mai una buona idea. Quando lo stomaco reclama la propria dose di dolcezza, la Sardegna risponde con una preparazione che mette l’acquolina in bocca: le seadas. Anche in questo caso ci si trova di fronte a una ricetta apparentemente semplice e umile, che però cela aromi e sapori incredibili. Le seadas sono dei dischi di pasta di semola farciti di formaggio fresco di pecora, aromatizzato con il limone. Queste sfoglie vengono poi sigillate, fritte e dolcificate con dello zucchero o del miele. Il sapore, dunque, è caldo e avvolgente, con una leggera punta acidula data dal formaggio. Per tornare alla tradizione enologica sarda si può abbinare questa delizia a un Nasco di Cagliari DOC 2021, un vino bianco versatile che si sposa alla perfezione tanto ai piatti di mare, quanto agli antipasti a base di formaggi stagionati. La sua capacità di adattarsi anche alle seadas, uno dei dolci tipici sardi più noti, risiede nel suo particolare profilo organolettico, che rivela note dolci, fruttate e floreali e un gusto morbido al palato, tratti che si intensificano nelle versioni più invecchiate.
Ora che hai qualche idea per abbinare i piatti della tradizione sarda e vino, non ti resta che scegliere le etichette migliori su Svinando!