Il successo del Gin negli ultimi anni è innegabile. Tra gli spirits più amati, è ideale per proposte stagionali e si sposa alla perfezione con i più svariati prodotti locali che caratterizzano il territorio italiano. Da qualche anno a questa parte, il consumo di questo distillato ha subito un importante incremento, dando vita alla cosiddetta ginaissance, ovvero la sua rivalutazione ed esaltazione.
Il gin è un distillato di mosto fermentato di cereali – solitamente granoturco, frumento e orzo – che viene aromatizzato con ginepro, bacche, piante, spezie, agrumi e diversi ingredienti chiamati appunto botanicals.
Perché si chiama Gin: storia e origini del nome
Il nome di questo distillato così versatile deriva proprio da genièvre, una pianta dalle bacche blu scure.
In merito alla nascita, invece, ci sono stati diversi passaggi prima di assaggiare quello che oggi è considerato uno dei distillati più famosi e consumati. I primi esemplari sono stati prodotti in Italia, presso la Scuola Medica Salernitana, dove i monaci avevano realizzato un orto botanico per coltivare le materie prime da distillare. Lo scopo non era quello di ottenere una bevanda alcolica ma di sfruttare le proprietà mediche del ginepro.
Successivamente, la formula del Gin – utilizzato come rimedio per alcuni malanni – è stata modificata dal dottor Franciscus Sylvius, medico dell’Università di Leida, al fine di trovare una cura per i soldati olandesi che si ammalavano di febbre. Dall’Olanda il Gin ha cominciato a diffondersi in Inghilterra - limitando l’importazione del cognac francese - raggiungendo l’apice della produzione alla fine del Seicento, fino a diventare lo spirit che è oggi.
Come si fa il Gin: produzione e distillazione
Ciò che caratterizza in assoluto il Gin è l’uso delle botanicals, erbe, spezie e sostanze inserite per dare un aroma particolare e unico al distillato. Naturalmente, ogni distilleria ha la propria ricetta che prevede l’utilizzo o meno di una determinata botanica. Nonostante ciò, quelle utilizzate principalmente sono:
- ginepro, l’unico che per legge deve essere presente nella ricetta;
- semi di coriandolo, la nota speziata;
- radici di angelica, per bilanciare gli aromi;
- iris germanica/iris pallida;
- scorza di agrumi, limone e/o arancia.
Ma come si fa il Gin? Un tempo il procedimento prevedeva due distillazioni, mentre oggi si preferisce far macerare le botaniche direttamente nell’alcol, prima della seconda distillazione. In seguito, la massa alcolica viene scaldata e distillata una seconda volta, vengono scartate alcune parti e i vapori condensati nel refrigeratore. A questo punto, il Gin può essere imbottigliato, a meno che non si renda necessario un periodo di affinamento in legno.
La classificazione del Gin
Il disciplinare europeo di riferimento prevede la classificazione del Gin in:
- Gin, distillato una sola volta;
- Gin distillato, che si ottiene tramite due distillazioni;
- London Dry Gin, identico a un Gin distillato, con l’eccezione che qui non si possono aggiungere aromi, un esempio è il Gin “Ginepraio”;
- Spiriti aromatizzati al ginepro;
- Sloe Gin, infuso con prugnole selvatiche, considerato però un liquore.
Quali drink preparare con il Gin
Il Gin è solitamente accompagnato da altri ingredienti: è facile infatti trovarlo alla base di svariati cocktail. Non solo grandi classici come il Gin Tonic, ma anche evergreen come il Negroni, il drink più bevuto al mondo secondo la classifica stilata da Drinks International all’inizio del 2022.
D’altronde, la leggenda di questo drink nasce dall’intuizione di Camillo Negroni che, trovandosi a Firenze a degustare un Americano, suggerì al barman di togliere un po’ di soda e di aggiungere al suo posto proprio il Gin. Per un Negroni indimenticabile, la scelta non può che ricadere sul classico Tanqueray London Dry Gin, solo quattro botaniche e quattro distillazioni successive in un alambicco di rame.
Non solo Gin Tonic e Negroni, perché questo distillato è il re di alcuni tra i cocktail più bevuti al mondo, come Dry Martini, White Lady, French 75 reso famoso dal celebre film “Casablanca”, ma anche Vesper Martini, il cocktail di James Bond.
Come abbinare il Gin al cibo?
La cultura dei drink sta vivendo uno dei suoi momenti migliori, a tal punto che sempre più frequentemente si sceglie di accompagnare il pasto con un drink invece che con un calice di vino, magari a base di Gin giapponesi. Che si tratti di un aperitivo leggero o di una cena, il Gin Tonic è perfetto in abbinamento al salmone affumicato. Il Long Island Iced Tea, altro drink storico, invece è perfetto per accompagnare un secondo di carne.
Ora che conosci tutti i segreti di questo distillato, non ti resta che scoprire i migliori Gin selezionati per te dagli esperti di Svinando!