Lungo il corso del fiume Loira sorge una delle regioni vinicole più grandi e rilevanti della Francia, terra di vini bianchi di grande pregio, tra cui spicca per fama il Sauvignon (spesso citato con la dicitura Sauvignon Blanc per distinguerlo dal Cabernet Sauvignon). Difficile racchiudere le sue sfumature in poche caratteristiche: i numerosi terroir a cui il vitigno si è adattato si riflettono infatti sulle sue note organolettiche dando vita a vini anche molto diversi tra loro.

Ecco una guida sul Sauvignon, dalla sua nascita in Francia alla straordinaria diffusione nel resto del mondo!

Origini e storia del Sauvignon

Non si hanno notizie certe sul momento in cui il Sauvignon è comparso per la prima volta nella Valle della Loira, in Francia. Ciò che si sa per certo è che questo vitigno è saldamente legato alla sua zona d’origine, della quale è una varietà autoctona. Il termine sauvage rivela infatti la sua natura selvaggia e spontanea, nonché la robustezza della piante, che si sono adattate egregiamente alle condizioni del Sud Ovest del Paese. Le analisi genetiche hanno permesso agli studiosi di ipotizzare una discendenza dalla varietà Savagnin, anticamente diffusa in Francia e in Germania, e nota in quest’ultimo Paese con il nome di Traminer.

Ancora più emblematica e curiosa della sua origine, è la massiccia diffusione che ha caratterizzato il Sauvignon, che è stato esportato in numerosi Paesi ed è riuscito ad adattarsi a diversi terroir, dall’Italia alla Spagna, dalla California all’Australia, fino a conquistare la Nuova Zelanda. Questa sua anima da giramondo ha contribuito alla sua fama e alla sua etichetta di varietà a bacca bianca più diffusa, assieme allo Chardonnay.

Differenze tra Chardonnay e Sauvignon

Considerati i vini bianchi più noti e apprezzati al mondo, Chardonnay e Sauvignon hanno molto più differenze che punti in comune, in primis nel loro profilo aromatico.

Le uve della varietà Chardonnay presentano tratti piuttosto neutri, che possono essere poi arricchiti in fase di vinificazione. In linea di massima danno vita a prodotti corposi e burrosi se prodotti in zone calde e in barrique, mentre gli  Chardonnay delle aree più fresche presentano sentori agrumati, profumi di mela e note acidule.

Il Sauvignon invece è noto come varietà semi-aromatica e si fa riconoscere grazie a un profilo secco e leggermente acidulo, nonché a sentori più complessi, che cambiano anch’essi a seconda della zona di produzione. Quando i vitigni si adattano alle aree più calde, i vini prodotti assumono toni esotici, mentre i climi freddi vivacizzano il profilo con profumi agrumati, sensazioni erbacee e toni che ricordano il peperone.

Principali zone di produzione

Il vitigno Sauvignon non si è accontentato di conquistare la nomea di grande bianco francese e ha preferito estendere la propria fama anche al di fuori dei confini nazionali, evolvendosi così a varietà internazionale e dando vita a vini con sfumature diverse a seconda dei terroir ai quali si è di volta in volta adattato.

La sua diffusione ha coinvolto principalmente Francia, Nuova Zelanda, Italia e Stati Uniti, con manifestazioni interessanti anche in Australia, Cile, Messico e Sudafrica:

• Francia: nella sua terra natia, il Sauvignon cresce rigoglioso soprattutto nel terroir offerto dalla Loira, nel Sud-Ovest del Paese, caratterizzato da un clima tendenzialmente mite e umido in prossimità della costa. Nell’entroterra il clima assume caratteristiche continentali, con estati calde e inverni piuttosto gelidi. I suoli sono sabbiosi e granitici in alcune zone, ghiaioso o ricco di ardesia in altre. In genere le uve di Sauvignon vengono utilizzate in blend con altri uvaggi, per produrre bianchi di vario tipo, anche dolci (come nel caso dei Sauternes, ottenuti mescolando Sauvignon e Sémillon).

• Italia: nella Penisola, il Sauvignon si è ambientato bene soprattutto in Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Nella prima zona ha tratto il meglio dalle notevoli escursioni termiche tra giorno e notte, dai terreni in prevalenza calcarei e dalla buona esposizione solare, che gli permettono di dare vita a vini eleganti e intensi, ma anche aciduli e rinfrescanti. In Friuli invece (prodotto soprattutto nella zona vinicola del Collio) cresce rigoglioso grazie al clima ventilato, alle escursioni termiche e ai terreni ricchi di argilla e calcare, che gli conferiscono una grande espressività aromatica e una buona struttura.

• Nuova Zelanda: le manifestazioni neozelandesi del Sauvignon si concentrano soprattutto nella zona di Marlborough, dove le radici affondano in terreni sabbiosi che offrono una resa più qualitativa che quantitativa. Il clima è caratterizzato da notevoli escursioni termiche tra giorno e notte, grazie alle quali vengono amplificate aromaticità e acidità. A caratterizzare questi vini sono inoltre i profumi di frutta esotica e agrumi, il buon corpo e la leggera acidità di fondo.

• Stati Uniti: nel suo viaggio intorno al mondo, il Sauvignon ha raggiunto anche gli Stati Uniti, conquistando soprattutto lo stato della California (la zona prediletta è la Napa Valley), il cui clima tendenzialmente caldo e asciutto e i suoli vulcanici a composizione variegata risultano ottimali per la produzione di vino.

Un vino aromatico e versatile: caratteristiche e abbinamenti del Sauvignon

Pur accogliendo numerose sfumature aromatiche a seconda della zona di coltivazione, il Sauvignon può essere descritto in linea di massima come un vino bianco semi-aromatico, caratterizzato da un bouquet ampio e variegato. I profumi intensi accolgono note più tradizionali di frutto della passione, sambuco, pompelmo e uva spina, ma anche sentori più particolari, come quelli di foglia di pomodoro e peperone, conferite dalle molecole di pirazine che compongono la buccia dell’uva appartenente a questa varietà.

Ma non è solo l’intensità a caratterizzare questo vino, che si fa riconoscere al palato grazie a una notevole freschezza e a un buon livello di acidità e sapidità.

Il metodo migliore per conoscere a fondo i vini Sauvignon, tuttavia, è fare esperienza delle molteplici varianti esistenti, a partire proprio da un’etichetta francese, come un "Côte des Roses" Sauvignon 2021 IGP. Caratterizzato da un colore pallido che accoglie sfumature dorate, tra le sue note organolettiche primarie spiccano i sentori di agrumi e frutti tropicali, come frutto della passione e guava. Tale ricchezza aromatica è vivacizzata da acidità e freschezza, che solleticano il palato e lo allietano negli abbinamenti con piatti della cucina etnica, soprattutto se molto saporiti, speziati o piccanti, ma non è male nemmeno con le sfizioserie da aperitivo e con i menù di pesce.

Stappare invece un Babich "Black Label" Sauvignon Blanc 2022 è un metodo eccellente per approcciarsi alle manifestazioni neozelandesi di questo vino, che fa dei sentori tropicali di mango e ai sentori di pesca ed erbe aromatiche il proprio punto di forza. Al palato è minerale e fresco, altrettanto fruttato e suggestivo. Per gustarlo al meglio lo si può abbinare a un ricco piatto di sushi e sashimi, oppure ai rustici e ai fritti tipici di un aperitivo gustoso.

Si chiude infine in bellezza, chiamando in causa la varietà friulana. Un sorso di "Ronco dei Sassi" Sauvignon Blanc Collio DOC 2022 regala ai sensi un profilo aromatico particolare e una veste elegante. Nel calice si presenta con un colore giallo paglierino dai toni verdognoli e dorati, mentre all’esame olfattivo si percepiscono intense le note di peperone e foglia di pomodoro, tipica del vitigno. Minerale, corposo e armonico all’assaggio, è il vino perfetto per le grigliate estive a base di crostacei, ma anche ai secondi di pesce.

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