Il Piemonte è una di quelle regioni che non smettono mai di stupire, in qualunque stagione si decida di viverlo. In estate ci si può armare di un paio di scarponcini e percorrere le sue alture in sessioni di trekking, mentre in inverno regala avventure mozzafiato su sci, snowboard e slittini. Ma c’è un altro elemento di interesse: le sconfinate colline delle Langhe, la sua zona vinicola più prestigiosa Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 2014. Patria di eccellenti vini rossi, questa sottoregione è un gioiello da non farsi scappare. E se ancora non l’hai visitata, Svinando ti racconta tutto quello che c’è da sapere sui vini delle Langhe!
Langhe, un territorio vocato alla viticoltura
Il visitatore che posa lo sguardo sulle ampie colline delle Langhe (etimologicamente lingue di terra), vede sconfinate distese di verde, filari di vitigni che si affiancano in uno schema armonico e piccole macchie boschive che punteggiano qua e là i dolci rilievi.
Se a farlo è un esperto di vino o un consumatore particolarmente appassionato, vede molto di più.
Le Langhe, situate tra Asti e Cuneo, presentano delle caratteristiche climatiche e geologiche che non si scorgono a occhio nudo, ma che contribuiscono alla creazione dei più iconici vini della regione. È soprattutto il suolo a offrire le condizioni giuste per la coltivazione: quella che oggi è una distesa collinare lunga circa 2000 km, un tempo era mare, un ambiente che ha lasciato nel terreno una commistione di arenarie e marne di tipo diverso, con sedimenti di argilla e calcare, che impattano sulla crescita dei vitigni.
Anche il clima ricopre un ruolo centrale nella creazione di questo ambiente, caratterizzato da primavere e autunni piovosi, nonché da estati calde e asciutte e inverni freddi.
Le Langhe si dividono a loro volta in:
- Bassa Langa: territorio ricco di colline, caratterizzato da un clima più temperato, con inverni non troppo rigidi ed estati miti.
- Alta Langa: caratterizzato da rilievi montani e da macchie boschive, con un clima fresco in estate e freddo e nevoso in inverno.
I vini più importanti delle Langhe: caratteristiche e abbinamenti
Il Piemonte è patria di vitigni di pregio, sia a bacca rossa che bianca, ma la produzione delle Langhe si concentra soprattutto sulla prima categoria, dando vita a quelli che sono i rossi più iconici della regione: Nebbiolo, Barolo, Barbera, Barbaresco e Dolcetto.
Nebbiolo
Il Nebbiolo (così chiamato per via della nebbia che al mattino accarezza le colline delle Langhe) è un vitigno autoctono delicato e difficile da gestire, ma anche molto impiegato per la produzione di molti vini regionali, in tutto 5 DOCG:
- Barolo DOCG
- Barbaresco DOCG
- Roero DOCG
- Gattinara DOCG
- Ghemme DOCG
Il vino che prende il suo nome, il Nebbiolo Langhe DOC - prodotto in particolar modo nelle zone di Asti e Cuneo - esprime con la propria potenza organolettica l’anima vibrante della sottoregione che gli dà vita. Fruttato e speziato, presenta una struttura notevole, che ben si presta all'invecchiamento.
Lo puoi provare grazie a una bottiglia di "Occhetti" Langhe DOC Nebbiolo 2022, un vino che apprezza i piatti di carne rossa, ma che dà il meglio con i primi piatti più corposi e saporiti della tradizione italiana, come l’iconica pasta al ragù e la lasagna alla bolognese, ma anche un gustoso piatto di pappardelle al cinghiale e i regionali agnolotti piemontesi.
La solida struttura di questo vino non teme abbinamenti di questo calibro: se da un lato le note suadenti di lampone e rosa e l’accenno particolare di liquirizia sostengono egregiamente la sapidità di queste ricette, dall’altro il gusto fresco e armonico alleggerisce il palato dopo ogni forchettata.
Barolo
Chi dice Piemonte dice anche Barolo, un vino che incentra tutta la propria identità sul lungo invecchiamento in botti di legno, per un periodo di almeno 38 mesi nel caso dell’etichetta classica e 5 anni nel caso della Riserva.
Ottenuto dalla lavorazione di uve Nebbiolo in purezza, questa eccellenza piemontese - definita “il vino dei re, il re dei vini” - ha preso la propria robustezza proprio da questo vitigno autoctono, conquistando la nomea di vino grintoso e complesso, dalla potenza organolettica che lascia senza parole.
Se vuoi gustare al meglio i suoi tratti distintivi, vale la pena acquistare un’etichetta di un certo spessore, come un "Albe" Barolo DOCG 2020, caratterizzato da meravigliose sfumature granate e da una carica aromatica di fiori e spezie, tra viola, rosa canina, cannella e chiodi di garofano. In degustazione le note evolvono in sentori di confettura, con accenni particolari di tabacco e resina.
I tannini moderati si accompagnano a un sorso fresco e ben bilanciato, che trova gli abbinamenti migliori nei piatti di carne della tradizione piemontese: il celebre brasato al Barolo (per il quale questo vino viene utilizzato anche nella preparazione), degli agnolotti o una finanziera.
Barbera
Diffuso in modo massiccio sul territorio piemontese, soprattutto nelle Langhe, la Barbera è un vitigno a bacca rossa abbastanza resistente, sebbene possa risentire di climi troppo freddi. L’omonimo vino che produce - che nelle Langhe è noto con le denominazioni Barbera d’Asti DOCG e Barbera d’Alba DOC - tende a essere la più soave e leggera tra le proposte regionali, soprattutto quando viene bevuta giovane, mentre con l’invecchiamento presenta sfumature più mature e complesse.
In un calice di "La Luna e i Falò" Barbera d'Asti Superiore DOCG 2021 si può infatti trovare un vino immediato, che si presta bene ad accompagnare un pranzo della domenica. Questa socievolezza si deve ai sentori delicati di frutti di bosco, con sfumature gradevoli di caffè, vaniglia e spezie. Al palato regala una freschezza notevole e un finale persistente che invita a prendere subito un altro sorso, in compagnia di un bollito misto, del già citato brasato o dei tipici formaggi piemontesi come il bruss e la toma.
Barbaresco
C’è qualcosa di selvaggio nel nome di questo vino, qualcosa che scava nel passato alla scoperta di epoche lontane risalenti ai Galli.
Non c’è nulla di brutale nei sentori di questo vino, prodotto utilizzando uve Nebbiolo. È vero che le sue note organolettiche sono decise e grintose, perfette per l’invecchiamento, ma tra le sue note si scorge un’innata eleganza, una raffinatezza che si percepisce prima con l’olfatto e poi con il palato, e che si esprime in un tripudio di sentori fruttati, floreali e speziati.
Puoi apprezzare i tratti più iconici di questo vino gustando il "Nubiola" Barbaresco DOCG 2020, dal bellissimo colore rosso rubino intenso e dal profumo di frutti rossi, erbe e spezie, conferito dal periodo di affinamento in legno. Il gusto regala un’armonia straordinaria, bilanciando sapientemente morbidezza, acidità e freschezza, con un retrogusto tostato degno di nota. Provalo assieme ai piatti più distintivi della cucina piemontese, dai primi piatti al tartufo alla bagna cauda, da un piatto di cotechino e lenticchie a un’elegante battuta al coltello.
Dolcetto
Si chiama Dolcetto, ma dolce non è, anzi, presenta tannini piuttosto intensi e una buona struttura. Leggero e fruttato, il Dolcetto è un vino gradevole, che si sposa bene con la gran parte dei piatti regionali, ma non solo. Un "Rossana" Dolcetto d'Alba DOC 2022, per esempio, va a nozze con salumi e formaggi stagionati di tutta Italia, trovandosi piuttosto bene anche con i sughi a base di carne (i ragù in primis). Tutto merito del suo bouquet intenso e corposo, che mescola profumi di frutti di bosco, marasca, pepe nero, erbe aromatiche e fiori, mentre il sorso stupisce proprio per la freschezza con cui accarezza il palato.
Lasciati conquistare dai vini delle Langhe e porta a casa un pezzo di questa terra straordinaria, con suoi profumi intensi e i suoi sapori unici! Noi di Svinando abbiamo selezionato le migliori etichette delle Langhe per un’esperienza indimenticabile!