Pinot Bianco: i suoi tratti distintivi tra freschezza e complessità

    Un vino “nordico” dalla facile abbinabilità

    Pinot Bianco: i suoi tratti distintivi tra freschezza e complessità

    Sarebbe riduttivo iniziare a parlare del Pinot Bianco descrivendolo come il risultato di una mutazione naturale, ma è proprio così che questo vitigno ha visto la luce.
    Nipote del Pinot Nero e figlio del Pinot Grigio, ha fatto il suo ingresso nel mondo dell’enologia con una pesante eredità alle spalle. In Italia ha però riscosso un grande successo, soprattutto al Nord, dove la sua uva viene usata sia per gli assemblaggi sia per la vinificazione in purezza.

    Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul Pinot Bianco, dalle caratteristiche agli abbinamenti gastronomici consigliati!

     

    Pinot Bianco: storia e diffusione del vitigno

     

    Sebbene qualche studioso abbia avanzato l’ipotesi che il Pinot Bianco sia nato in Germania, le teorie più accreditate collocano la sua origine nella regione francese della Borgogna. Qui vide la luce grazie alla mutazione naturale del Pinot Grigio, a sua volta mutazione del Pinot Nero, ma la sua diffusione si concentrò soprattutto in Alsazia e nella Champagne, caratterizzate da un clima più freddo, adatto alle esigenze della pianta.

    Anche per questo motivo la sua patria d’elezione si rivelò essere l’Italia Settentrionale, dove fece la propria comparsa per la prima volta nel Piemonte dell’Ottocento. Anche qui l’instabilità della sua produzione comportò un ulteriore spostamento del vitigno, fino a che non iniziò a sentirsi a casa in regioni come il Trentino-Alto Adige, il Veneto, il Friuli e la Lombardia. In queste regioni venne impiegato inizialmente in assemblaggio per la produzione di spumanti Franciacorta, grazie alla sua capacità di conferire struttura e corpo al vino.

    I numerosi punti in comune rispetto allo Chardonnay fecero sì che spesso i due prodotti venissero confusi, oppure che il Pinot Bianco venisse considerato qualitativamente inferiore rispetto al “collega”. Con il tempo però il vitigno riuscì a conquistarsi il proprio spazio nel mondo enologico con grinta e personalità, fino a diventare un prodotto sempre più apprezzato anche in purezza.

    Una curiosità riguarda il suo nome - e, di rimando, quello di tutti i Pinot - che fa riferimento alla particolare forma dei grappoli. Caratterizzati da acini di piccole dimensioni, aggregati fino ad assomigliare a una pigna, essi furono soprannominati appunto “pin”.

     

    Zone di produzione e proprietà organolettiche

     

    Le caratteristiche del Pinot Bianco sono strettamente legate al territorio nel quale il vitigno cresce e le sue uve maturano. Grazie alla sua buona resistenza ai climi rigidi, la pianta ha trovato le condizioni ambientali perfette nelle zone più fredde della Penisola, caratterizzate da un discreto livello di mineralità nel suolo, dal quale trae la propria personalità fresca e leggermente acidula.

    Il materiale nel quale le uve di Pinot Bianco vengono vinificate gioca un ruolo cruciale nello sviluppo di aromi e sapori. La scelta dell’acciaio, per esempio, dà vita a un vino più secco e delicato, mentre la vinificazione in botti di legno porta a un prodotto dal profilo morbido e corposo, più aromatico.
    Qualunque sia il processo selezionato da ogni specifica cantina, il Pinot Bianco è un vino che esprime tutta la propria eleganza fin dall’esame visivo: un colore giallo paglierino con sfumature verdognole. All’olfatto i profumi sono fruttati e floreali, con suggestioni di prugna, limone e frutta tropicale.

    Fresco e strutturato al palato, con la delicata acidità che lo contraddistingue, il Pinot Bianco non dà vita solamente a vini fermi gradevoli e versatili, ma si presta particolarmente bene anche a essere vinificato per la produzione di Spumanti Metodo Classico, caratterizzati da un aroma intenso, da un perlage fine e da un’effervescenza persistente.

     

    Il Pinot Bianco a tavola: a cosa abbinarlo?

     

    pinot bianco caratteristiche e abbinamenti

     

    Se uno degli straordinari poteri del Pinot Bianco è la versatilità, va da sé che un vino di questo tipo si adatti bene a situazioni conviviali diverse, da un aperitivo senza impegno a un’occasione speciale. La sua freschezza e la sua aromaticità sono infatti un tratto distintivo della sua personalità, che permettono a questo vino di accompagnare i commensali attraverso esperienze gustative diverse.

    Inutile dunque porsi troppe domande su quale sia la portata migliore, tra carne e pesce, poiché la risposta giusta è: entrambe!

    Il Pinot Bianco - sia nella sua versione ferma che Spumante - si sposa alla perfezione con antipasti e piatti a base di carne bianca e pesce, soprattutto crostacei, anche quando questi ingredienti sono accompagnati da un gustoso sugo, purché non sia troppo intenso a livello di sapori.

    Non sono affatto male, inoltre, gli abbinamenti tra Pinot Bianco - come un Pinot Bianco Alto Adige DOC - e i pesci d’acqua dolce, da soli o come ingrediente aggiunto ad altre ricette.

    Per gli amanti dei primi e dei secondi le notizie sono altrettanto buone: che si tratti di un piatto di spaghetti allo scoglio o di una pasta con i funghi, di una teglia di pesce al forno o di una grigliata di mare o verdure, una bottiglia di "Santarosa" Pinot Bianco Collio DOC 2021 svolgerà un eccellente lavoro, accompagnando ogni sapore con la propria freschezza, una punta gradevole di mineralità e un’esplosione di aromi. Tra questi ultimi spiccano quelli di frutti tropicali e un lieve sentore di crosta di pane. L’anima fruttata e floreale viene confermata anche al palato, con note di pera e acacia accompagnate da un sottofondo appena accennato di lievito. Questo vino farà un figurone in tavola!

     

     

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