Spumanti dal mondo: i migliori da conoscere e degustare

    Le eccellenze mondiali, fuori dai confini italiani

    Spumanti dal mondo: i migliori da conoscere e degustare

    Sotto l’etichetta dibollicinesi è soliti racchiudere vini bianchi e rossi frizzanti prodotti secondo determinati standard. All’interno di una bottiglia di spumante c’è però molto di più della sua effervescenza. Stapparne una significa annusare e assaporare un pezzo di storia, fatto di competenze e tecniche tramandate di generazione in generazione.

    Oltre all’Italia, che eccelle per Franciacorta, Prosecco, Trentodoc e Alta Langa, sono moltissimi i paesi che producono alcuni dei migliori spumanti del mondo, dallo Champagne francese al Cava spagnolo.

     

    La Francia: la patria dello spumante

     

    Il viaggio intorno al mondo alla scoperta delle migliori bollicine non può che partire dalla Francia, comunemente considerata la patria dello spumante. E non di uno qualsiasi, ma dello spumante per eccellenza: lo Champagne.

    Per scoprire le sue origini bisogna fare un passo indietro nella linea del tempo, a quando la Regione omonima era occupata dai Remi, un popolo gallico che conobbe il vino e la vinificazione grazie ai rapporti commerciali con l’Impero Romano. Solo nel III secolo d.C. si diffuse una produzione locale, che nel XVII secolo assunse il titolo ufficiale di “Vino di Champagne”. La vera e propria svolta nella realizzazione di questo vino pregiato avvenne in seguito all’ideazione del metodo Champenoise, che prevedeva la rifermentazione del vino in bottiglia attraverso l’uso di zuccheri e lieviti. Al 1936 risale invece l’ottenimento della denominazione AOC (Appellation d'Origine Contrôlée).

    In un bicchiere di Champagne convivono secoli di storia, tecniche e competenze, ma a fare di questo pregiato vino quello che è oggi è soprattutto il particolare terroir. Il posizionamento settentrionale dei vigneti, il clima oceanico e continentale - con inverni miti ed estati calde e soleggiate - e un terreno ricco di gesso e minerali permettono alle viti di crescere in condizioni temperate e contribuiscono alla produzione di un vino effervescente ed equilibrato, naturalmente acidulo, dato da uve rosse di Pinot Nero e Pinot Meunier e da uve bianche di Chardonnay. La pressatura delicata e l’affinamento in bottiglia per almeno 12 mesi danno vita a spumanti francesi eccellenti, come lo Champagne "La Cuvée" Brut Laurent-Perrier.

     

    Dalla Spagna, uno dei migliori spumanti dal mondo

     

    produzione di spumante nel mondo

     

    A tenere testa alla Francia come Paese produttore dei migliori spumanti del mondo c’è anche la Spagna. Tra le bottiglie più pregiate spiccano quelle di Cava, la cui storia si intreccia a quella del famoso cugino francese.

    Verso la metà del XIX secolo, la fama dello Champagne aveva ormai oltrepassato i confini nazionali, conquistando molti altri Paesi. I produttori di vino spagnoli - tra tutti il direttore dell’Istituto Agrario locale Luis Justo y Villanueva - decisero di replicare il successo anche in Spagna, importando il metodo Champenoise. Il successo, tuttavia, arrivò solo quando per la produzione dello spumante furono utilizzate uve locali che meglio si adattavano al terroir temperato della Catalogna, in parte mediterraneo, in parte continentale.

    Da quel momento fu un susseguirsi di traguardi raggiunti, tra cui l’ottenimento della denominazione ufficiale di Cava nel 1959 e del marchio D.O. (Denominacion de Origen) per questo eccellente Metodo Classico.

    Fresco e aromatico, adatto ad aperitivi e antipasti, lo spumante Cava spagnolo da tempo ha maturato una forte identità nazionale, superando indenne i confronti con lo Champagne.

     

    Tra qualità e rarità: gli spumanti sudafricani

     

    Fuori dall’Europa, in Sudafrica, il Metodo Classico assume un altro nome: Cap Classic o Cape Classique, un termine coniato nel 1992 per sostituire il nome “Champagne”, riservato solo a determinati vini francesi.

    Le regioni attorno a Città del Capo, con le loro colline sferzate dalla brezza dell’Atlantico, sono lo scenario perfetto per la coltivazione dei vitigni, appartenenti a categorie non rigidamente selezionate, ma solitamente Chardonnay, Pinot Noir, Chenin Blanc e Pinotage.

    Ma è in bottiglia che avviene la magia, grazie alla seconda fermentazione tipica di questo spumante sudafricano. Al vino imbottigliato viene aggiunta una miscela chiamata Liqueur de tirage, composta da vino, zucchero e lievito. Il sedimento che si forma sui fondi delle bottiglie viene rimestato e fatto risalire attraverso rotazioni giornaliere (il cosiddetto Remuage). L’eliminazione definitiva avviene poi tramite l’immersione del collo della bottiglia in una miscela fredda, che congela il liquido al suo interno e lo rende più semplice da rimuovere.

    Sebbene in Italia i Method Cape Classique siano meno diffusi, la media acidità di questi spumanti sudafricani e i loro sentori fruttati e agrumati hanno varcato i confini nazionali, per conquistare l’estero. Un esempio illustre? Il Cape Dreams Pinotage 2021.

     

    La produzione di spumante in Cile e Argentina

     

    Vale la pena concludere questo viaggio alla ricerca dei migliori spumanti del mondo toccando l’Argentina e il Cile.

    La storia delle bollicine argentine non è antica come quella dello Champagne, ma è altrettanto affascinante, se non addirittura curiosa: non fu infatti portata inizialmente avanti dagli argentini, bensì dai tedeschi.

    Furono Carlos Kalless e Hans Von Toll a provarci per la prima volta, seppur in zone diverse: importarono il Pinot Nero e applicarono alla produzione il metodo Champenoise, per poi mettere sul mercato i primi spumanti argentini. L’adattamento delle uve al clima locale non fu un’impresa facile, poiché per raggiungere un grado di acidità ideale, gli acini dovevano maturare in climi tendenzialmente freddi. La base delle Ande e la Patagonia divennero quindi le poche zone adeguate alla coltivazione dei vigneti.

    Il metodo Champenoise si applica infine anche agli spumanti cileni, che vengono prodotti in questo Paese dal 1879. Quello fu l’anno in cui Alberto Valdivieso importò i vitigni dalla Francia e fondò la prima azienda di produzione di spumante della zona.

    Nel successivo secolo la Valle de Curicó - con il suo clima temperato - divenne la zona ideale per la coltivazione dei vitigni.

    Sebbene oggi lo spumante cileno non possa essere paragonato per mole produttiva a quelli francesi o spagnoli, i vini frizzanti di questo Paese continuano a conquistare oggi gli appassionati, con esempi degni di menzione, uno fra tanti lo Dos Almas Sparkling Brut.

     

     

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