Ci sono molti modi per far esperienza di una terra magnifica come la Sicilia: fare un tuffo nel suo mare limpido, inerpicarsi sui suoi monti (per cui è meta ambita anche da appassionati alpinisti) o gustare un delizioso cannolo nelle vie di uno dei suoi centri. Ma la Sicilia è anche patria di vitigni pregiati e di grandi etichette enologiche. I vini bianchi siciliani racchiudono tutta l’anima di una regione ricca di storia, arte e cultura e trasmettono energia e vitalità un sorso dopo l’altro!
Grillo ed Etna Bianco, la Sicilia attraverso i suoi bianchi più pregiati
Sono molti i fattori che rendono la Sicilia una grande regione dal punto di vista enologico. In primis una storia millenaria durante la quale la coltivazione della vite, importata dai Fenici, è stata perfezionata successivamente da Greci e dai Bizantini.
A contribuire a questa tradizione ci ha pensato la conformazione stessa dell’isola, caratterizzata da una varietà di suoli, da quello argilloso a quello calcareo, da quello sabbioso a quello vulcanico. Tutte caratteristiche che - assieme a un clima mediterraneo favorevole, fatto di estati calde e inverni miti - hanno creato i presupposti ideali per la produzione di grandi vini rossi e bianchi.
Tra i vitigni a bacca bianca più noti spicca il Grillo, anche detto Riddu. Probabilmente originario della Puglia e poi spostatosi verso la Sicilia dopo la diffusione disastrosa della fillossera, il Grillo nasce dall’incrocio di uve Catarratto e Zibibbo, a opera del barone Antonino Mendola nel 1874, e viene associato in particolar modo alla zona di Marsala. Proprio il Marsala DOC è infatti una delle sue declinazioni. La coltivazione di questo vitigno - resistente alle alte temperature e alla siccità, nonché abbondante nella resa - dà vita a un vino fermo dal colore giallo paglierino con sfumature dorate, corposo e persistente. Il modo migliore per gustare un bicchiere di Grillo è prima di tutto attraverso l’olfatto, grazie al quale si può apprezzare il bouquet aromatico, tra il fruttato e il floreale. Emergono le note di melone, pera matura, agrumi e fiori, mentre al palato risulta tanto intenso e sapido quanto fresco e di gradevole beva.
Se il Grillo viene considerato uno dei principi dei vini bianchi siciliani, un titolo nobiliare spetta anche all’Etna Bianco, un vino insignito della denominazione DOC regionale e composto in parte da uve Carricante e in parte Catarratto. Prodotto principalmente attorno alla provincia di Catania, nel bicchiere l’Etna Bianco si presenta con un’elegante veste giallo paglierina, ma solo all’assaggio esprime al meglio la propria unicità. Delicato e armonico, all’olfatto conquista con i suoi toni agrumati e floreali, mentre al palato è corposo e fresco. Oltre alla versione base, la produzione dell’Etna bianco DOC prevede anche l’ottenimento di una versione Superiore e di una declinazione Spumante metodo classico, armonico e fresco.
Un po’ di dolcezza: ecco lo Zibibbo
Molti lo conoscono come Moscato d’Alessandria, ma ancora più famoso è il suo pseudonimo: Zibibbo. Questo vitigno aromatico a bacca bianca deve il proprio nome al termine arabo zibibb (che significa “uva appassita”), e ha origini antiche. Pare che provenga dall’Egitto e che sia approdato nel Mediterraneo grazie all’importazione da parte dei Romani. Oggi è particolarmente diffuso in Sicilia, dove dà vita a vini importanti, come il Passito di Pantelleria e l’omonimo Zibibbo Sicilia DOC.
Le note fortemente aromatiche dello Zibibbo sono conferite dalla polpa intensa e dolce dei suoi grappoli, che si presta bene all’appassimento grazie alla capacità di resistere alla siccità e al marciume. Il risultato della vinificazione è un prodotto dalla forte identità floreale e fruttata, e dai toni leggermente speziati. Dolce al palato (emerge verso la fine una nota di miele), corposo e dalla discreta persistenza, questo vino conquista prima di tutto l’olfatto, con un profumo caratteristico e irresistibile di albicocca e mandorla, e un sentore leggero di fiori d’arancio. L’anima della Sicilia, in un calice.
Vini bianchi siciliani, a quali piatti abbinarli?
La storia d’amore tra vino e gastronomia ha origini secolari, se non addirittura millenarie, quando l’uomo ha capito che aromi e sapori diversi potevano sposarsi tra loro per dare vita a degustazioni indimenticabili.
I vini bianchi siciliani offrono molteplici possibilità di abbinamento, in primis ai piatti dolci e salati della tradizione, ma anche a pietanze tipiche del resto della Penisola e di altri Paesi.
Per gli amanti della versatilità a tavola, la scelta ideale è stappare una bottiglia di Grillo DOC Sicilia 2021, capace di adattarsi senza grandi sforzi a portate diverse. È eccellente come aperitivo senza impegno o abbinato ad antipasti a base di rustici e salumi della tradizione siciliana. Da provare per esempio in accompagnamento ai tipici arancini (o arancine). Per restare in tema di gastronomia locale, il Grillo si sposa bene anche ai piatti di mare, siano essi zuppe di pesce, crostacei o fritture.
Altrettanto adatto ad accompagnare le portate di pesce è l’Etna Bianco, che rappresenta il compagno perfetto per una cena a base di molluschi, crostacei, pesce in umido e grigliate. Un calice di Etna Bianco "De Aetna" DOC 2020? Una vera delizia se in abbinamento a sfiziose fritture o all’immancabile pasta con le sarde siciliana!
E alla fine arriva il dolce. Portata immancabile per ogni pranzo o cena che si rispetti, il dessert merita il calice perfetto, in questo caso uno Zibibbo aromatico. Oltre a dar vita ad abbinamenti interessanti con alcuni formaggi erborinati, questo moscato si adatta alla perfezione a crostate alla frutta e pasticcini, così come lievitati dolci di ogni tipo. Da provare con cassate e cannoli siciliani, per un’esperienza di gusto al 100% siciliana!
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