#Intervistando: Arturo e Barbara Verrotti di Pianella, Azienda Agricola Rizieri

    Come è nata l’Azienda Agricola Rizieri?

    La nostra azienda non è il frutto di un’eredità familiare tramandata da generazioni. Al contrario, è nata da una scelta di cambiamento e da un comune progetto di vita. Mia moglie Barbara ed io siamo uniti dal profondo rispetto per la terra, la vite e la cultura del vino. Sono queste passioni che ci hanno portato ad abbandonare il nostro precedente lavoro con le sue certezze per rimetterci in gioco ed inseguire il sogno di creare un’azienda tutta nostra. Dopo tanto cercare, abbiamo trovato il luogo prescelto a Diano d’Alba, nel cuore delle Langhe, Sorì del Ricchino, dove nelle memorie dei vecchi del paese si produceva il miglior Dolcetto della zona. Nel 2009 nasceva così l’azienda agricola Rizieri, che si sviluppa su una superficie di 13 ettari uniti in un corpo unico attorno ad una cascina ottocentesca, la metà dei quali vitati. Da allora ci siamo impegnati ogni giorno con tenacia, energia ed entusiasmo alla ristrutturazione dell’antica cascina in cui viviamo e che dal 2012 è in parte dedicata all’ospitalità, ed alla crescita della neonata azienda. La qualità del terreno, l’esposizione ottimale e l’accurata gestione dei vigneti hanno portato in pochi anni ad una rapida riaffermazione delle tradizioni.

    Che varietà coltivate e che denominazioni vi rappresentano?

    Siamo convinti che il vino debba essere espressione del territorio di provenienza. Per tale ragione, coltiviamo prevalentemente varietà autoctone: Nebbiolo, Barbera, Dolcetto ed Arneis. Pur essendo molto fieri di tutti i nostri vigneti, siamo legati in maniera particolare ad una vecchia vigna di oltre 40 anni dalla quale produciamo il nostro Dolcetto di Diano d’Alba DOCG Sorì del Ricchino. Un vitigno, il Dolcetto, difficile ed impegnativo, ma tra i più ricchi di tradizione. Dalle migliori uve degli altri vigneti di proprietà, impiantati fra il 2001 ed il 2003, hanno origine il Nebbiolo d’Alba DOC, la Barbera d’Alba Superiore DOC ed il Langhe Arneis DOC.

    Spiegateci il vostro lavoro in vigna e in cantina.

    La nostra è un’azienda a conduzione familiare. Seguiamo personalmente tutte le fasi del lavoro sia in vigna che in cantina con la preziosa consulenza agronomica ed enologica di Gianfranco Cordero e del suo team, ponendoci come primo obiettivo la qualità. Siamo convinti che l’attenzione in vigna sia fondamentale per ottenere vini unici, pertanto vinifichiamo esclusivamente uve provenienti da vigneti di proprietà, così da controllarne la qualità fin dall’origine. La maggior parte delle operazioni in vigna sono eseguite a mano. Diradiamo i grappoli per diminuire le rese e favorire maturazioni ottimali che regalano ai nostri vini concentrazione ed estratto. Le uve vengono raccolte in cassette di piccole dimensioni per preservare l’integrità degli acini. Nell’ottica della sostenibilità ambientale, utilizziamo solo concimi organici. Abbiamo, inoltre, eliminato l’uso di erbicidi e ridotto al minimo i trattamenti con fitofarmaci. In cantina utilizziamo le più moderne tecniche di vinificazione nel pieno rispetto delle caratteristiche originarie delle uve per consentire loro di esprimere liberamente carattere e personalità. La fermentazione avviene in inox a temperatura controllata. Sia che venga vinificato esclusivamente in acciaio sia che sosti in legno, ad ogni vino è lasciato tutto il tempo necessario per esprimersi compiutamente. I vini rossi sono imbottigliati senza filtrazione in modo da preservarne profumo, colore e gusto.

    Quale messaggio volete dare con il vostro vino?

    Ci auguriamo che i nostri vini suscitino emozioni in chi li assapora e che al contempo evochino la passione e la continua ricerca della qualità che anima chi li produce.

    Quanto pensate che il territorio influisca sul vino?

    La vigna è il punto d’incontro di tutti gli elementi naturali (terra, sole, acqua), una sorta di piccolo laboratorio a cielo aperto. Senza dubbio il territorio influisce moltissimo sulle proprietà olfattive e gustative del vino e quello delle Langhe è un terroir unico al mondo capace di conferire forza e potenzialità ai vitigni storici e di regalare uve straordinarie.

    Cosa vi lega di più al vostro territorio e cosa ritrovate di questo nel vino che producete?

    Siamo profondamente legati al territorio in cui viviamo ed alle sue tradizioni contadine. Lo amiamo non soltanto per il fascino del suo paesaggio che cambia vestito con l’alternarsi delle stagioni, ma anche per le sue asperità.

    Quali sono i sapori tipici della vostra terra che vi piace abbinare di più ai vostri vini?

    Tutti i formaggi tipici, sia freschi che stagionati, ed, ovviamente, i classici tajarin al tartufo bianco d’Alba.

    Un vostro bel ricordo enologico.

    Ce ne sono davvero tanti, ma fra questi amiamo ricordare il giorno in cui per la prima volta abbiamo parlato dell’idea di una nostra futura azienda vitivinicola.

    Il vino: passione solitaria o condivisa con famiglia, figli o amici?

    Quella per il vino è più che mai una passione, condivisa fra me e mia moglie, che ha in seguito coinvolto altre persone, che appartengono a quella che scherzosamente chiamiamo la nostra squadra, alle quali ci unisce il comune intento di ottenere il meglio dalle nostre uve.

    Passioni a parte il vino: cosa amate fare nel tempo libero?

    Fra l’azienda, l’agriturismo e la famiglia (i nostri bambini di 3 e 5 anni) a dire il vero resta ben poco tempo libero che dedichiamo con piacere alla lettura, al giardinaggio ed al nostro piccolissimo orto.

    Cosa vi fa infuriare e cosa invece vi riempie di gioia?

    Ci fanno davvero infuriare la disonestà e la prepotenza. Gioiamo per gli obiettivi raggiunti, specie quelli che hanno comportato i maggiori sacrifici.

    Un sogno, un rimpianto e un progetto.

    Pur con l’assoluta convinzione che i nostri figli debbano in futuro scegliere in completa autonomia la loro strada, ci auguriamo che da grandi amino l’azienda e rimangano legati ai luoghi dove sono cresciuti.

    Un messaggio agli amici di Svinando.

    Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico. (Moliére)

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