Già solo per il fatto che questo spumante targato Carpenè Malvolti provenga dall’area più storica della denominazione, quella di Valdobbiadene, è indice di un prodotto di qualità superiore. In questo caso, però, non si tratta di un Prosecco qualsiasi ma uno dei pochi provenienti dalla collina di Cartizze. Un “piccolo” vigneto, circa 107 ettari, da cui provengono storicamente le uve migliori della regione. La massima espressione enologica dell’area del Prosecco. I vigneti di Carpenè Malvolti si trovano tra San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol, nel Comune di Valdobbiadene, a un’altitudine di circa 300 metri. Il vino ottenuto da queste uve, elaborato con il metodo Charmat, o Martinotti, è proposto nella tradizionale versione Dry, dunque lievemente dolce. Ideale nelle grandi occasioni, è ottimo con dessert semplici alla frutta. Colore giallo paglierino brillante dal perlage fine e persistente, ha un bouquet complesso. Ricco di note minerali, floreali e fruttate, richiama l’acacia, il gelsomino, la rosa, la mela Golden e il pompelmo rosa. In bocca è fresco, armonico, cremoso e con un’intensa persistenza aromatica.
Fermi tutti. Qui si fa la storia. Del vino, ovviamente. Stiamo per entrare nel cuore della cantina dove il Prosecco ha preso vita per la prima volta. E per farlo non si può trascurare la figura dell’illustre scienziato, chimico, ricercatore, padre della moderna enologia e tra i primi artefici della spumantistica Italiana. Il fondatore della Carpene? Malvolti e della prima scuola enologica d'Italia. Stiamo parlando di Antonio Carpenè che, in contatto con i più importanti scienziati dell'epoca, scrive trattati di enologia e brevetta nuove tecnologie per la produzione dei vini. Antonio Carpene?, insieme a tre soci, fonda a Conegliano la Società Enologica Trevigiana, e pochi anni dopo, grazie al sostegno dell'amico Cav. Angelo Malvolti, la trasforma nel primo Stabilimento Vinicolo Trevigiano Carpene? Malvolti. Il 1873 è un anno fondamentale. E’ proprio allora, infatti, che debutta il Prosecco. E lo fa letteralmente con il botto, dato che viene presentato addirittura all'Esposizione Universale di Vienna. Antonio Carpenè era riuscito a trasformare il vino locale, fino ad allora prodotto solo dai contadini di Conegliano e Valdobbiadene per proprio uso e consumo e con metodi casalinghi ed empirici, in un vino di fama internazionale realizzato, per la prima volta, con metodi e rigore scientifici. Oggi alla guida dell’azienda c’è Rosanna Carpene?, esponente della quinta generazione della dinastia più longeva della spumantistica italiana. E con lei il padre Etile, attuale Presidente e principale artefice dello sviluppo economico e produttivo dell’azienda.