Ogni vino vanta specifiche caratteristiche organolettiche, dovute a innumerevoli fattori e condizioni, come il terroir, la qualità delle uve, l’esperienza del produttore e così via. La combinazione di tutti questi elementi, inclusa anche la modalità di conservazione e di servizio del vino, determina il risultato finale che è possibile degustare.
A essere determinante nella fase di produzione di un vino è però senza dubbio la sua maturazione, più comunemente chiamata anche invecchiamento.
Come avviene l’invecchiamento del vino
L'invecchiamento del vino è una pratica che risale a tempi antichi. I primi esempi risalgono all'antica Roma e alla Grecia, dove il vino veniva conservato in giare di terracotta o in anfore di argilla. L'arte dell'invecchiamento del vino è stata perfezionata nel corso dei secoli, con regioni vinicole come la Borgogna in Francia che hanno sviluppato tecniche specifiche per migliorare il sapore e la complessità del vino nel tempo.
La maturazione è la fase cruciale che dona al vino che stai degustando il suo caratteristico bouquet. Rappresenta nella produzione del vino la fase successiva alla vinificazione, durante la quale i lieviti hanno permesso agli zuccheri di diventare alcool. Il vino però è ancora troppo acerbo, immaturo, spigoloso: necessita di altro tempo e del contributo dell’ossigeno per raggiungere un equilibrio specifico degli aromi e dei componenti che si sono sviluppati. Viene così lasciato riposare in ampi contenitori o botti fino a quando la tannicità e l’acidità non trovano il perfetto punto d’incontro, rendendo il vino pronto alla fase successiva, quella dell’imbottigliamento.
La maturazione del vino nelle botti
La maturazione del vino può avvenire in diverse tipologie di botti. Per un vino giovane come il Lambrusco, l’invecchiamento avviene in fusti di acciaio, cemento o vetroresina, materiali considerati neutri perché permettono al vino di rimanere fedele ai suoi aromi e alle sue fragranze originarie.
Per vini Riserva, invece, l’invecchiamento può essere avvenuto prima in botti di vetroresina, cemento o acciaio e successivamente in botti di legno. In alcuni casi invece esclusivamente in botti di legno, come per il Brunello di Montalcino o il Barolo.
È bene specificare che anche le caratteristiche delle botti sono determinanti per il risultato finale. Nel caso delle botti in acciaio, vetro e cemento le caratteristiche organolettiche del vino non vengono alterate, mentre quando la maturazione avviene in botti di legno, la tipologia e la porosità del legno del contenitore, la dimensione della botte e anche lo spessore delle sue doghe hanno un effettivo impatto sulle qualità del vino. L’invecchiamento dei vini barricati per esempio avviene in botti di rovere di piccole dimensioni, dette appunto barrique, che gli conferiscono una più facile beva e ne esaltano le proprietà, rendendoli tra i vini più apprezzati al mondo.
L’affinamento: l’ultima fase della maturazione
La maturazione del vino non finisce qui: per i vini rossi e per alcuni bianchi, prosegue infatti nel corso dell’affinamento, la fase finale della maturazione che avviene direttamente in bottiglia.
Ci sono delle specifiche accortezze da tenere a mente per un affinamento del vino di successo:
- la bottiglia di vino in questa fase viene fatta riposare in posizione inclinata oppure orizzontale per permettere al vino di bagnare il tappo e garantire l’elasticità del sughero;
- la bottiglia di vino deve essere lontana da fonti di illuminazione;
- non bisogna stimolare o sollecitare la bottiglia in alcun modo;
- è necessaria una temperatura costante e moderata per tutta la fase di affinamento.
A seconda della tipologia delle uve, l’affinamento può richiedere da qualche anno, come nel caso del Grechetto, dell’Arneis, del Dolcetto o del Trebbiano Toscano, fino a decenni quando si tratta di Nebbiolo, Riesling, Cabernet Sauvignon e Sangiovese.
A svelare poi l’età di un vino è proprio il colore: un vino giovane si presenta con una tonalità tendente al porpora nel caso di un rosso o un colore giallo chiaro o verdolino se si tratta di un vino bianco.
Il momento giusto per bere un vino da invecchiamento
La domanda cruciale per molti amanti del vino è quando è il momento giusto per gustare un vino invecchiato. Non c'è una risposta definitiva, poiché dipende dalla varietà di uva, dallo stile del vino e dalle preferenze personali. Tuttavia, alcuni vini raggiungono il loro apice dopo alcuni anni di invecchiamento, mentre altri possono continuare a migliorare per decenni.
Spesso prodotti con uve di qualità superiore e sottoposti a lunghi processi di invecchiamento in bottiglia, raggiungono la loro massima espressione gustativa solo dopo un adeguato periodo di maturazione. Ne è un esempio il "Vigna Giaia" Barbaresco Nervo DOCG Riserva 2016, un rosso di grande longevità che può essere conservato per oltre 20 anni.
Sebbene ogni vino abbia il suo tempo ottimale per essere gustato, esistono alcune linee guida generali che possono aiutare a individuare il momento giusto per aprire una bottiglia. Innanzitutto, è importante tenere conto del tipo di vino e delle sue caratteristiche specifiche: i vini rossi tendono ad avere un periodo di invecchiamento più lungo rispetto ai bianchi, mentre i vini liquorosi come il Porto o lo Sherry possono mantenere la loro qualità per decenni, se conservati correttamente.
In definitiva, non c’è un momento giusto oggettivo per gustare un vino da invecchiamento, ma seguendo le giuste modalità di conservazione è possibile aprire una bottiglia anche dopo tanti anni.
Ora che sai tutto su invecchiamento e affinamento del vino, lasciati ispirare dalle migliori bottiglie selezionate per te dagli esperti di Svinando!