Questo non è semplicemente un vino della cantina di Eugenio Collavini. Questo è il simbolo stesso della cantina friulana. Il prodotto che ha ispirato molti vignaioli, nella speranza di trovare una valida alternativa “territoriale” al Prosecco. Nasce da uve Ribolla Gialla in purezza, selezionate con cura per conservare aromaticità e freschezza, ma soprattutto trasformate con il cosiddetto "Metodo Collavini". Dopo una prima fermentazione, parte in acciaio e parte in barrique, il vino base viene fatto rifermentare in grandi autoclavi orizzontali. Al termine di questa seconda fermentazione, però, il vino non viene immediatamente imbottigliato ma prosegue con una fase di maturazione “sur lie”, ossia sulle proprie fecce nobili, per un periodo “mai inferiore ai 30 cicli lunari”. A quel punto sono necessari almeno altri 12 mesi di bottiglia per completare il lungo processo di affinamento. Eccellente come aperitivo, la Ribolla Brut estremamente versatile e adatto a mille occasioni. Anche da tutto pasto, correttamente abbinato a piatti delicati di pesce o a base di crostacei.
Collavini è una storica azienda friulana a gestione familiare. Ma allo stesso tempo dallo spirito internazionale ed innovativo. Siamo a Corno di Rosazzo, tra le colline delle zone delle DOC Collio e Colli Orientali del Friuli. Qui Collavini propone un’ampia gamma di vini, spumanti e fermi, che nascono da vitigni autoctoni e internazionali. Anche se la varietà che maggiormente rappresenta l’azienda è senza dubbio la Ribolla Gialla. Del resto è fin dal lontano 1979 che Collavini, grazie alla felice intuizione del fondatore Manlio (Collavini), la propone in un’interessante versione spumante. E per farlo, dopo anni di sperimentazioni, viene messo a punto un metodo di spumantizzazione originale che coniuga il metodo Martinotti-Charmat con tempi e tecniche riservate al Metodo Classico. E’ il “Metodo Collavini”. Oggi l’azienda può contare su una superficie vitata di circa 170 ettari, da cui ricava circa un milione e mezzo di bottiglie. E di queste, 200mila sono, ancora oggi, di Ribolla Gialla.
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