Cosa: Dall’unione dei 5 vigneti cru aziendali
Perché: Per gli amanti dei rossi di Langa
Perfetto con: Primi al ragù o bollito misto
Cosa: Dall’unione dei 5 vigneti cru aziendali
Perché: Per gli amanti dei rossi di Langa
Perfetto con: Primi al ragù o bollito misto
italia
Borgogno
La sua etichetta semplice e bianca, con la scritta BORGOGNO in maiuscolo e in bella evidenza nella parte alta, per gli appassionati del buoni rossi del Piemonte è già una garanzia. Siamo, del resto, al cospetto di una storica realtà langarola, i cui vini sono premiati ed elogiati ogni anno dalla critica enologica internazionale. In questo caso, in particolare, si tratta di un Barolo molto interessante che nasce dall’unione dei 5 vigneti cru di proprietà dell'azienda: Liste, Cannubi, Fossati, Cannubi San Lorenzo e San Pietro delle viole. Esempio di eleganza e potenza al tempo stesso. Un vero Barolo di una volta. In cantina le uve vengono fatte fermentare in modo spontaneo, senza lieviti aggiunti, in vasche in cemento, per circa 12 giorni. Segue una lunga fase di macerazione a cappello sommerso che si protrae per almeno 30 giorni e, dopo la svinatura, si innesca la fermentazione malolattica. Per la fase di maturazione, Borgogno uva botti da 4500 litri, in rovere di Slavonia, dove il vino rimane a riposare senza essere disturbato per almeno 4 anni. Seguono poi ulteriori 6 mesi di affinamento in bottiglia. E' il vino della festa, quello che va servito con piatti della tradizione, come i classici ravioli al ragù o con un bollito misto. Ovviamente la carne "deve" essere piemontese al 100%.
"Ogni momento è giusto per bere Barolo". E se a dirlo sono quelli di Borgogno, c'è da credergli senza dubbio. Del resto questa è la cantina più storica di Barolo, datata 1761. Ancora oggi le cantine sotterranee rappresentano una rara memoria storica di Langa, dove i vini vengono prodotti secondo tradizione, con lunghe fermentazioni spontanee senza l’utilizzo di lieviti selezionati in vasche di cemento, e soprattutto con lunghi affinamenti rigorosamente in grandi botti di rovere di Slavonia. Borgogno coltiva i propri vigneti a Barolo, Madonna di Como, e nei Colli Tortonesi. Nel pieno rispetto della terra. Nessun concime chimico, né diserbante. Solo trattamenti sostenibili e, dal 2019, Biologici certificati. Oggi Borgogno continua ad essere espressione di un territorio, di tradizione e di storia. Sempre, però, con uno sguardo attento al futuro.
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