In questo caso i vigneti si trovano a Ravello ma lo scenario non cambia. Si tratta, anche in questo caso, di vigneti "rubati" alla roccia a strapiombo sul mare della Costiera amalfitana. Li gestisce Marisa Cuomo, con cura e passione costanti e instancabili. Ravello Bianco nasce da un taglio di Falanghina, per il 60% e Biancolella per la parte restante. La Biancolella, è bene ricordarlo, è un'uva tipica della regione Campania, presente sia sulla terra ferma che sulle isole. Vitigno versatile e generoso, come la Falanghina ha una maturazione tardiva. La vendemmia, infatti, in questo caso inizia nella prima decade di ottobre. Raccolta a mano, del resto sarebbe del tutto impossibile ipotizzare l'impiego di macchine, l'uva viene condotta in cantina ancora integra. Qui, dopo diraspatura e pigiatura, viene sottoposte a pressatura soffice. Il mosto fiore viene fatto fermentare con lieviti selezionati, per circa 20/30 giorni. Dopo la trasformazione, il vino affina per circa 4 mesi in serbatoi di acciaio inox. Si scopre così un vino caratterizzato da un bel colore giallo paglierino con riflessi verdognoli e un caratteristico profumo fruttato e floreale. In bocca è ben equilibrato, sostenuto da una lieve nota acidula che ne accresce freschezza aromatica. Ottimo già al momento dell'aperitivo, questo bianco campano è il compagno ideale di pranzi e cene tutte a base di pesce. Un grande vino, per una serata semplicemente indimenticabile.