E' senza dubbio il vino più rappresentativo della cantina di Negrar. Uno dei più amati da appassionati e clienti di tutto il mondo. Stiamo parlando dell’Amarone della Valpolicella DOCG Classico, espressione assoluta dell’equilibrio tra eleganza e struttura che venne "inventato" proprio nella cantina veronese. Prodotto esclusivamente con uve provenienti dalla zona Classica della Valpolicella, ossia quella storica, i vigneti hanno un'età media di oltre 20 anni e sono ancora allevati con il tradizionale metodo della pergola veneta. Dopo la vendemmia, manuale, le uve vengono lasciate appassire in fruttai fino a raggiungere la giusta concentrazione dello zucchero e solo dopo vengono avviate alla vinificazione. L'affinamento avviene come da tradizione in grandi botti di rovere per un minimo di 18 mesi a cui seguono almeno altri 6 mesi di stabilizzazione in bottiglia. Il risultato di una lavorazione così attenta e puntuale è un grande vino da meditazione. Un calice importante che può accompagnare anche una cena robusta ma che si fa apprezzare anche in un dopo cena tra amici, magari centellinando una scaglia di un formaggio molto stagionato o un pezzetto di cioccolato amaro.

Per i tanti appassionati del famoso vino veronese, dell'Amarone, Bertani è certamente uno dei miti indiscussi. La sua cantina di Grezzana, del resto, si trova nel cuore di una delle aree più apprezzate, ossia della Valpantena. Un territorio molto interessante dove, grazie a un microclima tutto particolare, le uve riescono a raggiungere il perfetto stato di maturazione anche nelle annate meno felici. Quello proposto qui è un Amarone decisamente moderno come concezione. Non eccessivo, quindi, ma piacevolmente equilibrato ed elegante. Un vino che si beve volentieri, nonostante i suoi 14,5 gradi alcol, grazie a note piacevolmente fruttate di ciliegia e mora, ma soprattutto a un assaggio particolarmente morbido e setoso. Un vino buono oggi ma che può tranquillamente aspettare in cantina ancora per diversi anni, anche dieci. Da stappare, con soddisfazione, quando il menù prevede piatti molto saporiti o, come molti esperti consigliano, anche a fine pasto, magari in abbinamento a una scaglia di cioccolato fondente o a un pezzetto di formaggio ben stagionato.

Fermi tutti. In scena c’è il Re indiscusso della Valpolicella. Il nobile Amarone, figlio (in questo caso) di Corvina e Corvinone al 70% e Rondinella per la parte restante. Un vino che non ha certo bisogno di presentazioni. Un rosso dotato di carattere e di una personalità decisa. Quello presentato qui appartiene alla linea La Corte del Pozzo di Fasoli Gino, ed è prodotto con il tradizionale sistema dell’appassimento. Le uve, raccolte e piena maturità, sono lasciate in piccole casse di legno a riposo nel fruttaio per un periodo che va dai cinque ai sei mesi. Solo dopo, quando gli acini hanno ormai perso buona parte della loro acqua e gli aromi si sono concentrati, si procede con la pigiatura. Segue una fermentazione in acciaio e una lunga maturazione in botti di rovere che si protrae per minimo tre anni. Tempo ben speso. E lo si capisce chiaramente fin dal primo sorso. Colore rosso tendente al granato, è un vino caratterizzato da un’ottima struttura e dagli aromi di frutta matura, prugne, more, sciroppo di ciliegie e spezie. Super gratificante, va abbinato con piatti di grande intensità. Il rischio, altrimenti, è quello di soffocare il cibo e di non valorizzarlo affatto. Per non sbagliare, oltre che a tavola, si può anche servire come piacevole dopo cena, magari accostato a una scaglia di cioccolato fondente. Da non credere quanto sia piacevole in questa veste.