LM
Cosa: Da un'attenta selezione di uve provenienti da tre regioni
Perché: Per la sua freschezza e "fruttosità"
Perfetto con: Perfetto come aperitivo, pizza napoletana o focaccia pugliese
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Cosa: Da un'attenta selezione di uve provenienti da tre regioni
Perché: Per la sua freschezza e "fruttosità"
Perfetto con: Perfetto come aperitivo, pizza napoletana o focaccia pugliese
Italia
Imbottigliato: SP27, 53031 Casole d'Elsa, Il Piano SI
Quello che viene presentato qui non è il "solito" rosso toscano, nonostante sia prodotto da una delle più note aziende del territorio. Pinocchio, infatti, si definisce più semplicemente "un vino rosso d'Italia". Ma procediamo con ordine. Questo rosso è il frutto di un'attenta selezione di uve provenienti da ben tre regioni diverse: la Toscana, ovviamente, l'Emilia-Romagna e la Puglia. Un blend intrigante di uve Sangiovese di Toscana, Sangiovese di Romagna e Negroamaro. Queste sono vinificate con il metodo della macerazione carbonica, per esaltare freschezza e "fruttosità" del vino. Il risultato? Semplicemente sorprendente. Nel calice Pinocchio si presenta di un bel colore rosso rubino intenso e vivace. Al naso regala un bouquet ricco e variegato, con note di agrumi, spezie ed erbe aromatiche. Si avvertono poi sentori di fragole, more e frutti di bosco. In bocca, invece, Pinocchio si rivela secco, armonico e piacevole, con una buona struttura e una fresca acidità. Il finale è lungo e avvolgente, con una leggera nota amarognola. Vino versatile e conviviale, questo rosso d'Italia si adatta a diverse occasioni di consumo. Perfetto come aperitivo, accompagna con semplicità piatti gustosi come la pizza napoletana o focaccia pugliese. Ma anche affettati e formaggi freschi.
Si definiscono, a ragione, “La famiglia italiana del vino”. Del resto quella che oggi è un’impresa enorme che ruota attorno al lavoro di 7 cantine, in Toscana ma non solo, e che è in grado di mettere sul mercato milioni di bottiglie di vino ogni anno, nasce da un unico piccolo appezzamento a Poggibonsi. Lo acquistò nel 1882 Angiolo Piccini che fondò la propria azienda con sua moglie, Maria Teresa Totti. Da quel piccolo terreno, 7 ettari in tutto, vennero prodotti i primi fiaschi in paglia di Chianti. Il resto è storia, lavoro e impegno. Oggi a guidare l’azienda c’è Mario Piccini, quarta generazione della famiglia. Con lui, le sorelle Martina ed Elisa e i figli Ginevra, Benedetta e Michelangelo, tutti coinvolti in prima persona nelle attività aziendali. Cinque delle sette tenute che fanno capo alla famiglia sono coltivate seguendo i principi dell’agricoltura biologica.
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