Cosa: Solo da vitigni autoctoni
Perché: Per il gradevole finale sapido
Perfetto con: Piatti tradizionali siciliani a base di carne. Pesci saporiti, formaggi di capra e verdure
Cosa: Solo da vitigni autoctoni
Perché: Per il gradevole finale sapido
Perfetto con: Piatti tradizionali siciliani a base di carne. Pesci saporiti, formaggi di capra e verdure
Italia
Prodotto e imbottigliato: Quota Mille, Frazione Rovittello 37°51'14.6"N 15°05'35.3"E Strada di collegamento tra SS 120 e, Strada Regionale Mareneve, 95012 Castiglione di Sicilia CT
Ci troviamo in una delle aree vinicole più affascinanti d'Italia. Siamo sull'Etna, "il" vulcano, apprezzato da milioni di appassionati per le sue straordinarie proprietà. L'equilibrio del suo microclima è garantito dalla natura vulcanica del suolo, dall'altitudine dei vigneti, che possono arrivare anche a 600-700 metri, e dalla notevole escursione termica tra il giorno e la notte. Il nome Scalunera, che in siciliano indica la "scalinata", rievoca il suggestivo panorama che fa da culla a questo vino. I fianchi dell'Etna sono infatti costeggiati da una ridda di muretti in pietra lavica che ricordano le gradinate di un antico anfiteatro. Rosso del territorio, Scalunera nasce da una selezione di uve Nerello Mascalese con l'aggiunta di una piccola percentuale di Nerello Cappuccio (Nerello Mascalese 97% - Nerello Cappuccio 3%), uve provenienti da vigneti in regime biologico. Al termine della vinificazione il vino riposa per 24 mesi in botti di rovere e, dopo l'imbottigliamento, per almeno altri 4 mesi in bottiglia. Rosso espressivo e complesso, Scalunera sorprende per i suoi intensi aromi di frutti rossi, dattero e una lieve affumicatura. Morbido al palato e concentrato, è caratterizzato da un finale sapido in armonia con i tannini setosi. Vino elegante, da meditazione, è perfetto per accompagnare piatti tradizionali siciliani a base di carne, come il maiale e l'agnello, ma anche con pesci saporiti, formaggi di capra e verdure.
Si definiscono, a ragione, “La famiglia italiana del vino”. Del resto quella che oggi è un’impresa enorme che ruota attorno al lavoro di 7 cantine, in Toscana ma non solo, e che è in grado di mettere sul mercato milioni di bottiglie di vino ogni anno, nasce da un unico piccolo appezzamento a Poggibonsi. Lo acquistò nel 1882 Angiolo Piccini che fondò la propria azienda con sua moglie, Maria Teresa Totti. Da quel piccolo terreno, 7 ettari in tutto, vennero prodotti i primi fiaschi in paglia di Chianti. Il resto è storia, lavoro e impegno. Oggi a guidare l’azienda c’è Mario Piccini, quarta generazione della famiglia. Con lui, le sorelle Martina ed Elisa e i figli Ginevra, Benedetta e Michelangelo, tutti coinvolti in prima persona nelle attività aziendali. Cinque delle sette tenute che fanno capo alla famiglia sono coltivate seguendo i principi dell’agricoltura biologica.
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