Quando la cena (o il pranzo) parlano il dialetto piemontese, quando cioè gli agnolotti, il bollito e il bonèt (o bounet) si alternano nei nostri piatti senza sosta, non c’è nulla da fare. Bisogna adeguarsi e accompagnare le pietanze prelibate con vini altrettanto pregiati. Per fortuna che il Piemonte non difetta di varietà e di stili. Ci sono i pregiati spumanti metodo classico che appartengono alla denominazione Alta Langa Docg, la più antica tra le bollicine italiane. Ideali per iniziare con un aperitivo raffinato. E poi ci sono i bianchi freschi e minerali che provengono dalle colline di Alessandria, dal comune di Gavi in particolare, perfetti per accompagnare i primi piatti della tradizione. E per finire i rossi, quelli per cui la regione è famosa in tutto il mondo. La Barbera, fresca, mai eccessiva, va benissimo per iniziare. Ma per sorprendere i nostri ospiti, non c’è nulla di meglio di un grande autoctono regionale come il Ruché. Una perla nascosta che aspetta solo di essere rivelata.
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(cod. S7066)
Sono in pochi a saperlo. Ma il metodo classico in Italia è nato proprio da queste parti, sulle colline delle Langhe, centinaia di chilometri dalla famosa Franciacorta e dal Trentino, oggi considerate le regioni più vocate d'Italia per la produzione di bollicine di qualità. Qui le bolle si chiamano Altalanga Docg e prevedono un rigido disciplinare di produzione e lunghi affinamenti sui lieviti. Come questo prodotto della piccola Roccasanta. 100% Pinot Nero, affinato in bottiglia per oltre 30 mesi, nel silenzio e nell'oscurità della cantina aziendale. Ne deriva un vino di grande piacevolezza. Un perfetto compagno di pranzi e cene tra amici. Nel bicchiere si presenta di un bel colore giallo paglierino, con riflessi dorati. Al naso aromi fini e tipici della fermentazione in bottiglia, come la crosta di pane, il lievito ma anche la frutta secca. Il tutto ben integrato con un finale piacevolmente floreale. In bocca è pieno, ricco e sapido, con un perlage fine e persistente, tipico per un vino nobile di Langa.
Selezione Bricco Montalbera indica i vigneti sulla collina Montalbera, la più assolata e in grado di donare i rossi di punta dell'azienda. Primo su tutti il Ruché Laccento, punta di diamante della produzione aziendale, e simbolo della volontà di mettere l'accento sulla qualità.
La denominazione Nizza DOCG rappresenta la punta di eccellenza della Barbera piemontese. Qui un magico mix di suoli, clima ed esposizioni, donano alla Barbera una stoffa tutta particolare e una capacità di invecchiare unica nel suo genere. Michele Chiarlo produce questa Barbera selezionando con cura le uve migliori provenienti dal podere La Court. Si va alla ricerca dei filari meglio esposti, quelli in grado di dar vita a grappoli sani e perfettamente maturi. Non a caso la vendemmia è rigorosamente manuale e la cernita dei grappoli giusti viene ripetuta nuovamente in cantina, prima di passare alla fase di vinificazione vera e propria. Nasce così un vino caratterizzato da un colore rosso rubino intenso. Al naso, note di frutta rossa, ciliegia matura, lampone e ricordi dolci di tabacco. In bocca si rivela un vino ampio, ben strutturato, rotondo e soprattutto molto persistente.
Abbiamo percorso il Piemonte in lungo e in largo. E’ la regione che vanta il più alto numero di DOC e DOCG di tutta Italia. Dei 17 vini DOCG totali, solo 5 provengono da uve a bacca bianca: Asti, Alta Langa (ma solo quando prodotto con chardonnay in purezza), Erbaluce, Roero Arneis… e Gavi, che vi proponiamo oggi nella strepitosa versione di La Bollina.
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