Non c’è vino più conosciuto al mondo. Non c’è denominazione vinicola che possa vantare un numero maggiore di estimatori. Ma che cosa fa del Barolo un icona di questo livello planetario? Senza dubbio il territorio di origine. Le Langhe, un fazzoletto di colline che l’uomo ha sapientemente diviso in piccole zone, o “cru”, per impiantare vigneti che godessero di condizioni uniche e irripetibili. Per questo, il vero conoscitore di Barolo non si accontenta mai di una bottiglia qualsiasi. Cerca proprio quella particolare etichetta, espressione unica di quella collina, di quel vigneto e di quel viticoltore. Troppo difficile? Assolutamente no. Basta applicarsi e assaggiare tante bottiglie diverse. E con il tempo (molto tempo, per la verità) si potrà finalmente dire di conoscere davvero il Barolo. Quindi avanti, senza indugi. Magari iniziando proprio da questa selezione di tre produttori straordinari. Come Michele Chiarlo, storica azienda di Calamandrana, nell’Astigiano, che però possiede e lavora vigneti in tutte le aree del Piemonte. O Terre da Vino, importante realtà cooperativa che riunisce centinaia di piccoli produttori legati al loro territorio. E Cascina Boschetti Gomba, una vera azienda famigliare che vanta più Barolo che sangue nelle vene.
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Confezione da 6 bottiglie
(cod. S7024)
Un Barolo del Comune di Barolo, prodotto con uve raccolte da vigneti che ricoprono il versante Sud della collina dell’antico borgo. Perfetti per esposizione e suoli, questi vigneti producono uve Nebbiolo capaci di dar vita a Barolo entusiasmanti. Ricchi, potenti ma equilibrati, possono fare la gioia di ogni appassionato. Dopo la vendemmia la macerazione delle bucce si protrae per circa due settimane e la successiva maturazione avviene in botti di rovere per un periodo di non meno di tre anni. Nel bicchiere si presenta di un bel colore rosso rubino, con riflessi granati dovuti all’evoluzione a all’invecchiamento. Al naso è etereo, intenso, con note di frutta matura, rosa e mora. In bocca è strutturato ed elegante. Lungo e piacevolmente speziato sul finale.
Rosso granato per nulla compatto nel bicchiere, il Barolo Palás di Michele Chiarlo, è un vero trionfo in quanto profumi. Apre con evidenti note di frutti di bosco, accompagnate da frutta nera, come more e lamponi, e rimandi di sottobosco che ricordano i funghi che, facendo leva su un po’ di suggestione, possono anche far pensare al tartufo. Avendo pazienza di attendere che l’ossigeno faccia il suo lavoro, si ritrovano poi note piacevolissime di tabacco e tostatura, tocchi di cioccolato fondente e sfumature eteree. In bocca il tannino è vellutato e piacevolmente armonico. Palás rappresenta l’etichetta della tradizione per Michele Chiarlo prodotto con uve provenienti da vigne situate in vari appezzamenti, con caratteristiche diverse. Segue un lungo affinamento in botte grande che lo rende particolarmente equilibrato e longevo.
Quello proposto da Vite Colte è un Barolo particolarmente interessante. Come da disciplinare, le uve utilizzate sono rigorosamente quelle di Nebbiolo. Ma, grazie alla vasta disponibilità di ettari vitati, i winemaker della cantina possono scegliere le uve provenienti da diverse aree della denominazione, assemblando uve più ricche e intense con altre in grado di dar vita a vini più fini ed eleganti. Per la maturazione, invece, la scelta è univoca. Vengono usati solo grandi contenitori in rovere, capaci di rendere complesso il vino senza influenzare troppo il suo sapore. Il risultato è lì da provare. Un bellissimo rosso ricco, intenso e perfettamente equilibrato. Nobilissimo il tannino, il finale offre una grande persistenza.
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