Cosa: Nebbiolo proveniente da vigneti distribuiti tra Langhe e Roero
Perché: Per gli amanti dei vini spiccatamente territoriali
Perfetto con: Agnolotti al brasato
Cosa: Nebbiolo proveniente da vigneti distribuiti tra Langhe e Roero
Perché: Per gli amanti dei vini spiccatamente territoriali
Perfetto con: Agnolotti al brasato
Classe e spontanea vivacità sono le caratteristiche che distinguono il Nebbiolo. Questo sostengono, a ragione, i titolari di cantina Ghisolfi. Del resto si tratta di un vino antico, già noto per le cantine di Casa Reale Savoia a partire dal 1600. Il termine dialettale Sbardajà significa letteralmente sparsi, sparpagliati. Un nome che vuole evocare le origini delle uve usate per produrre questo rosso che provengono letteralmente da vigneti distribuiti tra Langhe e Roero, nei comuni di Monforte, Monteu Roero e Priocca. Fermentazione spontanea per mezzo di lieviti indigeni e grande controllo del temperature in ogni fase della vinificazione per esaltare al meglio le qualità di freschezza e fragranza delle uve di partenza. Segue una maturazione in piccole botti di rovere per 12 mesi e un breve affinamento in bottiglia prima che il vino possa definitivamente essere considerato pronto per lo scaffale. Colore rosso rubino brillante, questo Nebbiolo presenta un profumo decisamente floreale e ampio. Tornano poi sentori di ciliegia e prugna, combinati con la liquirizia e una punta di spezie. In bocca è caldo, sapido e vellutato, grazie a una moderata carica tannica. Per rendergli giustizia sulla tavola, bisogna prevedere un abbinamento giusto. Ottimo con i primi conditi con sughi di carne, come i classici agnolotti al brasato.
Da 4 generazioni vignaioli per passione. Sul sito di Attilio Ghisolfi si viene accolti da questo benvenuto. Un punto d’onore per il bravo vignaiolo di Monforte d’Alba che giustamente viene messo in bella evidenza fin da subito. Come in ogni storia di aziende di lunga tradizione famigliare, anche per la famiglia Ghisolfi c’è un momento fondamentale. Un punto di svolta. In questo caso si tratta del 1988. Fino ad allora, infatti, l’azienda era sempre stata “a economia mista”, basata cioè sulla produzione di frutta e uva da vino, dove quello in bottiglia rappresentava solo una parte marginale. Con l’ingresso in azienda di Gianmarco, però, cambia tutto. Nasce la prima storica etichetta, l’Attilio Ghisolfi, e gradualmente tutti i vini prodotti incominciano a essere commercializzati in bottiglia. Parallelamente i terreni coltivati a frutteto vengono convertiti a vigneto e vengono acquisiti nuovi terreni particolarmente vocati per la coltivazione del Nebbiolo. Gli obiettivi sono ambiziosi e in azienda tutti lavorano per raggiungerli. E gli obiettivi non sono ancora finiti. Nuove sfide, nuove etichette e nuovi vini verranno certamente proposti anche nei prossimi anni.
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